Ddl concessioni balneari, la bozza: proroga da 1 a 5 anni e 15% spiagge libere per regione
EconomiaIntroduzione
Come riportato sul portale Mondo Balneare, il testo di riforma, oggetto di una trattativa tuttora in corso tra Roma e Bruxelles, non dovrebbe vedere la luce nel primo Consiglio dei ministri convocato dopo la pausa estiva ma "entro settembre".
Dopo lo sciopero del 9 agosto, il governo si appresta a varare un provvedimento che fissa la durata delle proroghe fino al 2029 in base alla percentuale regionale di occupazione delle coste. In caso di subentro, al concessionario uscente verrà riconosciuto un indennizzo calcolato, tramite perizia asseverata, sul valore aziendale dello stabilimento. Le nuove concessioni avranno inoltre una validità da 5 a 20 anni
Quello che devi sapere
Ddl Balneari, spunta una bozza
- A quasi un mese dallo sciopero degli stabilimenti balneari, il 9 agosto scorso, il governo accelera sulla riforma che mira al riordino delle concessioni, vecchie e nuove. Come riporta la bozza pubblicata sul portale Mondo Balneare, l’esecutivo sarebbe orientato a concedere una proroga fino a 5 anni per le gestioni in scadenza. Ma anche su questo punto resta aperta la trattativa con l’Unione Europea. Ecco i punti principali del provvedimento che entro settembre dovrebbe approdare sul tavolo del Consiglio dei ministri
Per approfondire: Concessioni balneari, l'Antitrust richiama i Comuni: "Basta proroghe"
La posizione dell'Ue
- Sulla questione dei rinnovi, che da mesi preoccupa gli operatori del settore e infiamma il dibattito tra maggioranza e opposizione, un portavoce della Commissione Europea ha confermato che "il dialogo con le autorità italiane è tuttora aperto per individuare una soluzione"
Mappatura delle coste italiane
- Nel primo articolo, la bozza del Ddl Balneari stabilisce che "la risorsa naturale è da considerarsi scarsa quando l’area disponibile è pari o inferiore al 49% a livello nazionale o del 39% su livello regionale". Il testo impone inoltre di adottare un "Piano nazionale 2024-2029" che punta a recepire la mappatura delle coste italiane e a "delineare le modalità di investimento per la riqualificazione delle aree demaniali marittime, lacuali e fluviali"
Bozza Ddl, ok alle proroghe
- Tra i punti salienti del provvedimento allo studio del governo c'è la regolamentazione delle concessioni scadute. Nonostante il divieto sancito dalla direttiva Bolkestein sulle proroghe automatiche delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative, l’esecutivo è intenzionato a far slittare la scadenza da 1 a 5 anni in base alla percentuale regionale di occupazione delle coste
Le tappe delle proroghe
- Nello specifico, il provvedimento prorogherebbe al 31 dicembre 2025 le concessioni situate nelle Regioni con una quota di spiaggia libera inferiore al 25%. La scadenza slitterebbe al 31 dicembre 2027, invece, per le Regioni con una percentuale di spiaggia libera compresa tra il 25 e il 49%. Oltre il 49% infine la concessione avrebbe termine il 31 dicembre 2029. Le nuove date superano il termine del 31 dicembre 2023 per la decadenza di tutti i titoli come fu previsto dal governo Draghi (legge 118/2022)
Quota di spiagge libere
- Un secondo punto contenuto nella bozza di disegno di legge oggetto dell’interlocuzione tra il ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto e la Commissione Ue è quello relativo alle spiagge libere. Le Regioni avranno tempo fino al 2029 per assegnare una quota “non inferiore al 15% della risorsa regionale” di coste libere dove non insistono attività balneari turistico-ricettive
Le gare
- Una volta scaduta la concessione, l’area sarà soggetta all’indizione di una gara pubblica gestita dal Comune dove ha sede l'area demaniale marittima. L'assegnazione dovrà tenere conto, oltre a criteri standard quali l'imparzialità e la trasparenza anche della partecipazione al bando di “microimprese e imprese giovanili”
La forma del bando
- Il bando, pubblicato per trenta giorni sull’albo pretorio online del Comune, dovrà includere una serie di aspetti come la finalità della concessione, le caratteristiche morfologiche dell’area demaniale su cui insiste lo stabilimento, l’eventuale presenza di opere di difficile rimozione e un piano economico-finanziario sugli investimenti
I nuovi requisiti
- Per l'assegnazione della nuova concessione, il Comune dovrà considerare tra l’altro l’esperienza tecnica e professionale del soggetto che nei cinque anni precedenti abbia eventualmente utilizzato una concessione marittima, fluviale o lacuale. Ulteriori elementi rilevanti sono l’assunzione di personale under 36 anni per la gestione delle attività connesse alla concessione, l’offerta di servizi integrati (anche fuori stagione) che valorizzino le specificità paesaggistiche, folkloristiche ed enogastronomiche del territorio e l’accessibilità all’area demaniale anche per persone con disabilità
I limiti alle concessioni
- Il provvedimento esclude inoltre la definizione di un numero massimo di concessioni riconosciute in capo a un solo soggetto. La discrezionalità viene affidata agli enti locali, un'ipotesi che secondo Mondo Balneare aumenta il rischio di "accorpamenti e concentrazioni di concessioni" come avvenuto a Jesolo (Ve)
La durata
- Secondo la bozza del Ddl Balneari, i nuovi titoli potranno avere una durata non inferiore ai 5 anni e non superiore a 20. Fino alla stipulazione del nuovo atto di definizione della concessione, l’occupazione demaniale da parte del titolare uscente verrà considerata legittima
Gli indennizzi
- Un altro capitolo contenuto nella bozza di riforma sulle concessioni balneari riguarda gli indennizzi. In caso di subentro, al concessionario uscente verrebbe riconosciuto un risarcimento a carico del nuovo titolare basato sul valore aziendale dell'attività. La cifra tiene conto di una serie di parametri (dal reddito generato agli investimenti apportati anche a seguito di calamità naturali) ed è determinata sotto forma di una perizia rilasciata in forma asseverata acquisita dall'ente concedente prima della pubblicazione del bando di gara
Per approfondire: Sciopero balneari, concluso stop di due ore. Governo studia norma per fine agosto