Mobilità elettrica, i dati del mercato italiano e le opportunità del futuro
La spinta verso i veicoli elettrici cresce, alimentata dalla crescente consapevolezza ambientale e da un quadro normativo sempre più stringente. Nel nostro Paese, così come in Europa, è in atto una trasformazione epocale che coinvolge milioni di posti di lavoro. “L’elettrificazione dei trasporti rappresenta una delle principali strategie per affrontare la decarbonizzazione e promuovere la sostenibilità nel settore automobilistico”, spiega Teodoro Lio, Responsabile Consumer & Manufacturing Industries di Accenture
La spinta verso i veicoli elettrici (EV) cresce. E ad alimentarla sono sia la crescente consapevolezza ambientale, sia un quadro normativo sempre più stringente. Entro il 2035, infatti, le auto a diesel e benzina non potranno più essere vendute in Europa. E l'industria automobilistica italiana, così come quella europea, devono ora affrontare una trasformazione epocale che coinvolge milioni di posti di lavoro. “L’elettrificazione dei trasporti rappresenta una delle principali strategie per affrontare la decarbonizzazione e promuovere la sostenibilità nel settore automobilistico”, ha spiegato Teodoro Lio, Responsabile Consumer & Manufacturing Industries di Accenture, a Progress, su Sky TG24, nella puntata andata in onda l’8 giugno.
I fattori che portano i consumatori verso l’elettrico
Uno dei fattori che spinge i consumatori all’acquisto di auto elettriche è anche la sempre maggiore attenzione al tema della sostenibilità. “Per un consumatore razionale, la transizione all'elettrico deve garantire due condizioni fondamentali: la ‘parità d’uso' e la ‘parità di prezzo’ rispetto ai veicoli a combustione interna”, sottolinea Teodoro Lio. “La parità d’uso' implica che guidare un'auto elettrica sia altrettanto conveniente che guidare un'auto tradizionale. Le aziende devono quindi arginare problemi come l'ansia legata all’autonomia dei veicoli. Come? Potenziando la disponibilità di infrastrutture di ricarica. La ‘parità di prezzo’, invece, richiede che i costi di acquisto e utilizzo siano competitivi, compensati dagli incentivi governativi e dal costo totale di possesso dell’elettrico, che tende a essere inferiore grazie alle minori spese di manutenzione e ricarica”.
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L’impatto sulla filiera e le opportunità per le aziende italiane
L'obiettivo dell'Ue in materia di emissioni di CO2 per il 2035 è una riduzione del 100% sia per i furgoni che per le automobili nuove. La produzione di batterie, motori elettrici e infrastrutture di ricarica rappresenta non solo una necessità, ma anche un'opportunità per creare nuovi posti di lavoro e mantenere la competitività. Inoltre, la transizione elettrica genera una domanda crescente di servizi digitali, ingegneristici e software, settori in cui l'Italia e l'Europa possono eccellere. Per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità prefissati è necessaria quindi una visione condivisa e un impegno collettivo dell'intera filiera automobilistica, che sia in grado di combinare la spinta sostenibile con le innovazioni tecnologiche. Ma serve anche una visione ecosistemica che preveda il coinvolgimento di settori convergenti come quello delle utilities e dell’energia, oltre al necessario supporto governativo.
Italia in ritardo nella transizione elettrica: i motivi
Nonostante l'importanza di questa transizione, l'Italia rimane indietro rispetto ad altri Paesi europei nella vendita di auto elettriche. In Cina, una vettura su quattro vendute è elettrica, mentre in Germania e Francia è una su sei. In Italia, invece, solo una su 25. Ma a cosa è attribuibile il ritardo italiano? Lio spiega che “sicuramente un fattore che pesa è quello della predominanza di auto di piccole dimensioni”. Inoltre bisogna tener conto di un tema “di tipologia abitativa”, con mancanza di garage privati per la ricarica domestica. E poi c’è la questione dei costi energetici elevati e della difficoltà di identificare i costi totali di mantenimento. Inoltre, ha un forte impatto l'incertezza sugli incentivi governativi, che va ad incidere sulla competitività dei prezzi rispetto ai veicoli a combustione; così come le carenze nell'infrastruttura di ricarica pubblica e privata, che complicano ulteriormente il panorama. Più in generale si registra un disallineamento tra il contesto attuale e le esigenze dei clienti, da cui deriva l’urgenza di studiare maggiori strategie sugli incentivi all’acquisto.
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Il ruolo del digitale
In questo scenario, il digitale gioca un ruolo chiave. Offre infatti strumenti e soluzioni che migliorano l’efficienza, la convenienza e l’accessibilità delle tecnologie di mobilità eco-compatibili. Le app per smartphone, l'integrazione con i navigatori e la gestione delle colonnine di ricarica sono fondamentali per l'adozione dei veicoli elettrici. Inoltre, il digitale facilita un ecosistema di mobilità più ampio, integrando veicoli privati con trasporti pubblici e altri servizi di mobilità. Tecnologie come l'Internet of Things (IoT) e l'intelligenza artificiale (AI) migliorano la gestione e la manutenzione dei veicoli, mentre la blockchain può garantire la tracciabilità delle batterie. “Il futuro dell'automotive si giocherà nei prossimi due decenni”, spiega Teodoro Lio. “È in corso la realizzazione di una nuova industria della mobilità, soprattutto sotto il profilo della digitalizzazione. Accenture supporta le imprese in questa transizione, favorendo una piena integrazione tra il mondo dei dati e quello dei servizi digitali, leve indispensabili per differenziarsi ed essere competitivi nel contesto attuale”, aggiunge.