Affitti brevi, Codice nazionale attivo in Abruzzo dopo Puglia e Veneto. Come funziona

Economia
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Introduzione

Prosegue la fase sperimentale della Banca dati unica nazionale sugli affitti brevi e del Cin: serve per individuare eventuali criticità tecniche da sistemare prima che si entri ufficialmente a regime. Il prossimo territorio a prenderne parte sarà quello della Lombardia, poi si proseguirà man mano con tutta Italia. L'entrata in funzione della Banca nazionale è prevista per settembre, mentre le sanzioni per gli inadempienti scatteranno a novembre

Quello che devi sapere

Affitti brevi, Codice nazionale è attivo in Abruzzo, Puglia e Veneto

  • Prosegue l’esperienza del Codice nazionale per gli affitti brevi. Dopo Puglia e Veneto, negli scorsi giorni anche l’Abruzzo ha ufficialmente preso parte alla fase sperimentale. La prossima regione a entrare nella Banca Dati Strutture Ricettive (Bdsr) sarà la Lombardia.

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Lotta all’evasione fiscale

  • Con l’introduzione della Banca e del Codice il governo dichiara lotta al sommerso – e quindi all’evasione fiscale dilagata negli scorsi anni - e punta a offrire allo stesso tempo servizi più immediati e trasparenti per gli utenti

La fase sperimentale

  • A inizio giugno ha preso il via la fase sperimentale in cui gli archivi regionali stanno iniziando a interagire con la Banca dati di rilevanza nazionale, facendo dunque uscire i dati in loro possesso dai confini regionali. Serve per evidenziare eventuali criticità tecniche e va terminata in tutte le regioni entro inizio settembre

Come si accede alla piattaforma per gli affitti brevi

  • Anche i cittadini abruzzesi possono quindi accedere, tramite le loro credenziali Spid o Cie, all'apposita piattaforma online (l’indirizzo web è https://bdsr.ministeroturismo.gov.it/) e richiedere il Codice Identificativo Nazionale (Cin), da utilizzare per la pubblicazione degli annunci e per l'esposizione all'esterno delle strutture e degli immobili che si intende dare in locazione (breve o comunque turistica)

Come funziona il Codice identificativo nazionale?

  • Accedendo con le proprie credenziali digitali alla piattaforma, il sistema va a individuare in modo autonomo le strutture ricettive disciplinate dalle leggi regionali e delle Province autonome italiane e le unità immobiliari che risultano associate all’utente abilitato. A questo punto si può procedere all’inserimento di tutte le informazioni ancora mancanti per il Cin. Allo stesso modo, l’utente interessato può comunicare in via telematica alla Regione e alla Provincia autonoma di riferimento le incongruenze nei dati presenti

Dal Cin provvisorio al Cin definitivo

  • La Regione e la Provincia, dopo aver proceduto a verifica delle informazioni ricevute, deve poi integrare o modificare il proprio database in interoperabilità. Solo al termine di questa procedura il cittadino che vuole affittare un proprio immobile visualizza il proprio Cin. All’avvio dell’interoperabilità, l’utente avrà un codice provvisorio (il Cin 1) che, nel momento in cui sarà pubblicato l’avviso dell’entrata in funzione della Banca data unica nazionale e del portale telematico del Ministero del Turismo per l’assegnazione dei codici identificativi, diventerà definitivo

I dati fondamentali

  • Ma quali sono i dati necessari che devono risultare aggiornati?
  1. Il Cir, ovvero il codice identificativo regionale o altro codice diversamente denominato che identifica la struttura nella banca dati regionale o della Provincia autonoma;
  2. La macrocategoria di classificazione nazionale e il relativo codice;
  3. La categoria di classificazione nazionale e il relativo codice;
  4. La sottocategoria di classificazione nazionale e/o regionale e/o provinciale, Comune e Provincia e i relativi codici Istat;
  5. Lo stato dell’attività
  6. Informazioni generali come il nome,  il cognome e il codice fiscale della persona fisica

L’obbligo di dotarsi di dispositivi per il gas e di estintori

  • Vanno rispettate anche alcune norme in materia di sicurezza degli immobili: scatta l’obbligo di dotarsi di dispositivi per la rilevazione di gas e di estintori portatili

Le sanzioni

  • Chi metterà in affitto una struttura senza Cin dovrà pagare una multa che oscillerà tra gli 800 e gli 8 mila euro. Chi non utilizza il Cin negli annunci rischierà invece una sanzione tra i 500 e i 5 mila euro. Gli obblighi previsti, così come le sanzioni e le altre disposizioni inerenti alla Bdsr - saranno però applicabili solo a partire dal sessantesimo giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell'avviso di entrata in funzione della banca dati a livello nazionale, prevista non oltre il 1° settembre 2024. Si guarda dunque a novembre. In questa prima fase di avvio non sono previste sanzioni ed è consentito ai cittadini che lo desiderano di adeguarsi agli obblighi correlati al Cin

Quanti Cin sono già stati assegnati

  • A oggi, il numero di Cin assegnati è salito a 2.766. Secondo le stime diffuse dall'Aigab – Associazione italiana gestori affitti brevi - sul totale delle seconde case degli italiani non utilizzate, circa 9,6 milioni, quelle entrate nel circuito degli affitti brevi sono solamente 640 mila (si tratta insomma dell'1,8% delle abitazioni nazionali). Di queste circa il 25% è gestito da aziende e va suddiviso in circa 510 mila annunci pubblicizzati online. Sono invece 130 mila i cosiddetti “annunci dormienti”, cioè gli immobili che non hanno ricevuto nemmeno una prenotazione negli ultimi 12 mesi. Complessivamente, gli operatori - contando sia quelli professionali che i non professionali - sono circa 30 mila, con un indotto nel mondo del lavoro di circa 150mila persone

Puglia, Veneto, Abruzzo e Lombardia

  • Nelle tre regioni in cui è già partita la sperimentazione e in Lombardia, sempre secondo dati Aigab basati sugli annunci pubblicati sul portale di Airbnb - la disponibilità di immobili per affitti brevi tocca quota 150mila.

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