Lavoro, la metà dei recruiter cambia idea sul candidato per le foto e i post sui social

Economia
Vittorio Eboli

Vittorio Eboli

Ricerca di Adecco tra 500 selezionatori: non basta più il curriculum, il 51% del campione (tra anni fa, era il 31%) guarda anche sui social. Non solo Linkedin: per intuire la personalità del candidato, anche foto inappropriate o commenti discriminatori hanno un peso sempre maggiore.

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Prima, per cercare lavoro, c’era il curriculum. Ora ci sono curriculum e social. Una parola arcaica, latina, e una moderna, inglese, per le ricerche dei selezionatori italiani. Secondo uno studio di Adecco, la maggior agenzia per il lavoro del nostro Paese, oltre la metà dei ‘recruiter’ non si accontenta più del curriculum vitae ma attinge informazioni dai profili personali dei candidati sul web: per l’esattezza, si fa influenzare negativamente da post, foto, commenti su internet. E colui che aspira al contratto rischia di perdere la chance.

Oggi il 51% dei selezionatori del personale dichiara di aver cambiato idea in negativo dopo un controllo sui social: tendenza in netto aumento, tanto che la stessa ricerca tre anni fa dava un 31% scarso, e dieci anni fa aveva dato come risultato il 12%.

Lavoro e social

Se è abbastanza ovvio, infatti, che si cerchino informazioni professionali su Linkedin, il social nato proprio per condividere dati ed esperienze di lavoro (il 96% dei recruiter lo utilizza), ora la ricerca si è ampliata, e soprattutto è il tipo di controllo che ha cambiato pelle: si prova a intuire la personalità del candidato da foto, post e commenti lasciati anche sugli altri social.

Ecco perché foto ritenute inappropriate (37%), o commenti dal sapore discriminatorio (17%) possono pesare, e ormai pesano, più di delle esperienze lavorative elencate in un curriculum. La realtà digitale, che siamo abituati a pensare virtuale, ha sempre più incidenza sulla vita reale, di cui è ormai parte integrante. E può costare opportunità di lavoro.  

cosa influenza i recruiter

 

Lidia Molinari, people advisor director di Adecco Italia, ha spiegato al Sole24Ore che "l’utilizzo dei social media da parte dei candidati influenza sempre più le decisioni di reclutamento. I dati ci dimostrano che il social screening è uno strumento decisivo nel processo di selezione per oltre la metà dei recruiter, che sfruttano i social media non solo per la ricerca dei talenti, ma anche per la verifica dei candidati. Perciò consigliamo a chiunque sia alla ricerca di una opportunità lavorativa, lo sviluppo di un personal branding sui social che tenga conto della selezione dei contenuti prima che essi vengano pubblicati e di porre attenzione alle modalità di interazione in rete".

 

Openjobmetis: l'importanza del 'personal branding'

"Nella nostra attività quotidiana di reclutamento - è l'analisi a Sky Tg24 di Elisa Fagotto, Candidate Manager di Openjobmetis - la ricerca attiva che svolgiamo sui social e nelle community group non ha l’obiettivo di giudicare i contenuti postati o i profili personali, ma quello di incontrare quel 'candidate personas' (il ritratto del candidato ideale per una determinata posizione lavorativa, ndr) che è in questo contesto, e comprendere come arrivare meglio a questo target nel proporre sempre nuove opportunità di lavoro". 

"Per quanto concerne il Personal Branding - prosegue Fagotto - anche noi riteniamo sia importante e fondamentale; infatti, uno dei moduli del nostro Futurando (il format che abbiamo ideato per incontrare giovani che si stanno approcciando al mondo del lavoro, in particolare studenti e studentesse degli Istituti superiori e degli atenei) è proprio incentrato sull’identità digitale, il personal branding, la web reputation, la costruzione di un profilo LinkedIn, oltre alla ricerca del lavoro online. 

Diamo loro anche degli alert specifici: in primis, la nostra presenza sul web (ovvero quello che postiamo, commentiamo, condividiamo) permane online ed è importante, quindi, prestare sempre attenzione, avendo l’accortezza di scegliere una modalità di profilo personale privato qualora non si vogliano condividere informazioni personali".

 

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