Navi senza equipaggio, allo studio sistemi di manovra portuale digitali: cosa sapere
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A Livorno si studia il 5G Mass, progetto del Centro nazionale interuniversitario delle telecomunicazioni (Cnit), supportato dalla Guardia costiera, che prevede l’estensione dei sistemi di automazione digitale anche al pilotaggio e all’ormeggio del mezzo marittimo. Un sistema che dovrà necessariamente essere implementato nel prossimo futuro: a partire dal 2028 entrerà in vigore il Codice Mass dell’Imo, che prevede che tutti i Paesi adeguino i loro porti all’arrivo di possibili navi senza equipaggio
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- L’automazione alla conquista dei porti. Come racconta Il Sole 24 Ore, è allo studio un sistema in grado di supportare la manovra delle navi in avvicinamento al porto e fino all’ormeggio in banchina
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- Il nome di questo sistema è 5G Mass, progetto del Centro nazionale interuniversitario delle telecomunicazioni (Cnit), supportato dalla Guardia costiera e in corso di finalizzazione a Livorno. Un piccolo passo diretto verso un grande sogno: dotare i porti delle tecnologie necessarie per accogliere le navi da carico autonome, senza comandanti né equipaggio
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- Il tema è stato discusso nel corso del convegno “La digitalizzazione del settore marittimo: effetti sulla logistica del mare”, svoltosi lo scorso 21 marzo a Roma presso la sede del comando generale del corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera, alla presenza del viceministro dei Trasporti, Edoardo Rixi, e di rappresentanti del mondo della ricerca e dell’industria
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- L’interesse nel settore è altissimo. Secondo quanto rileva MarketsandMarket, il mercato del Mass - Maritime Autonomous Surface Ship - volerà dai 3,9 miliardi di dollari del 2022 a 8,2 miliardi di dollari nel 2030, con una crescita annuale del 10 per cento. Diverse le ragioni: da un lato c’è quella di affrontare con urgenza le criticità legate ai cambiamenti climatici, dall’altro ridurre al minimo gli incidenti marittimi legati all’errore umano
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- Su richiesta dell’Agenzia spaziale europea, la Guardia Costiera ha siglato un memorandum e avviato una collaborazione per valorizzare l’uso delle applicazioni spaziali al fine di promuovere l’innovazione sostenibile nell’ecosistema del mare e dei suoi trasporti. A oggi sono stati processati durante la fase di test 100 gigabyte di dati multimediali e telemetrici con l’obiettivo di estendere presto i sistemi di automazione già usati in altre aree anche a pilotaggio e ormeggio nell’area portuale
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- Alla fine del 2022 l’Organizzazione marittima internazionale (Imo) ha approvato lo sviluppo del Codice Mass, non obbligatorio e per ora limitato ai soli cargo, per offrire un quadro normativo che consenta le sperimentazioni delle navi autonome. Il Codice sarà obbligatorio a partire dal 1° gennaio 2028: entro quella data, i singoli Paesi dovranno rendere le proprie infrastrutture portuali compatibili a ricevere le unità navali costruite secondo quegli standard
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- “L’Imo sta stimolando il ruolo dell’industria, che deve in qualche modo farsi parte attiva, ma tutto nasce anche dalla forte spinta verso la transizione ecologica”, ha dichiarato l’ammiraglio ispettore capo Luigi Giardino a Il Sole 24 Ore. “Le navi autonome rientrano sia nel principio di digitalizzazione sia in quello di ottimizzazione dei traffici marittimi, perché permetteranno di ridurre le permanenze in porto, di rendere le navi pienamente operative già dal momento dell’arrivo, di migliorare le comunicazioni con i servizi portuali”
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- Secondo Giardino sono quattro i passi “evolutivi”: oggi vediamo le navi Mass 1 (tecnologia avanzata) e Mass 2 (autonome, ma con equipaggio a bordo che in ogni momento può sostituirsi all’AI), ma in futuro si arriverà anche alle Mass 3 (senza equipaggio, ma controllate a distanza) e alle Mass 4, totalmente indipendenti
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- Sono necessari però quattro fattori abilitanti: il concetto di easy of use (la facilità d’uso dei sistemi di intelligenza artificiale che saranno installati sulle navi autonome e dei sistemi associati); la testabilità e l’osservabilità (dunque la sperimentazione in condizioni reali, non simulate); la cultura organizzativa, necessaria per agevolare la transizione; infine, l’employee acceptance, ossia la capacità dei lavoratori del settore di accettare il cambiamento
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- L’accettazione da parte degli addetti è forse il passaggio più difficile, perché richiede di non fermarsi al dato della “sparizione” del personale a bordo e di saper guardare oltre. “Si svilupperanno nuovi impieghi a terra ma saranno completamente diversi, avranno bisogno di una formazione non più solo marittima”, ha detto Giardino. Serviranno competenze e intelligenza umane