Il decreto 18/2023, che obbliga ad avere acqua potabile nelle spiagge italiane, desta preoccupazione per gli oltre 7 mila stabilimenti balneari che si contano in Italia, e che secondo Confesercenti rischierebbe di mandarli in tilt. "La conseguenza sarebbe un uso eccessivo dell’acqua in estate, con rischi di approvvigionamento". Il caso in Regione Toscana
I gestori delle spiagge italiane saranno obbligati a garantire acqua potabile ai bagnanti sia in caso di docce che di piscine. A marzo 2023 è infatti entrato in vigore il decreto legislativo 18/2023 che recepisce la direttiva 2020/2184/Ue sulla qualità delle acque destinate al consumo umano. Un decreto che aggiorna la disciplina sulle acque potabili, rivede i parametri e i valori di rilevanza sanitaria a maggiore protezione dei cittadini e stabilisce i requisiti di igiene.
Confesercenti: "Rischi di approvvigionamento"
Il nuovo obbligo però fa discutere e desta preoccupazione per gli oltre 7 mila stabilimenti balneari che si contano in Italia, e che secondo Confesercenti rischierebbe di mandarli in tilt. "La conseguenza sarebbe un uso eccessivo dell’acqua in estate, con rischi di approvvigionamento", sostiene l’associazione. Secondo il quotidiano Il Messaggero scrive in Toscana le Asl hanno già iniziato a sollecitare i balneari ad adeguarsi entro l'estate 2024, ma non tutti l'hanno fatto.
La vicenda in Regione Toscana
La vicenda dell’attuazione del decreto legislativo, con particolare riferimento alle questioni sollevate dai balneari della Versilia, è approdata infatti in Regione Toscana.
Valentina Mercanti, consigliera regionale Pd, ha presentato un’interrogazione al presidente della Giunta regionale, Eugenio Giani, per chiedere “se non ritenga opportuno attivare un tavolo di confronto con le Aziende Unità Sanitarie Locali, gli operatori balneari e le relative rappresentanze di categoria per valutare l’adozione di soluzioni condivise che possono essere intraprese nel rispetto della competenza regionale” e “parallelamente, se non ritenga opportuno attivarsi nei confronti del Governo per valutare l’adozione di misure che, ferma restando la necessità di garantire la sicurezza e la salute dei cittadini in materia di salubrità delle acque, possano evitare conseguenze negative per gli operatori in vista della prossima stagione balneare e mantenere inalterata, conseguentemente, la competitività delle zone turistiche della costa toscana”.
"Conseguenze negative sull'approvvigionamento idrico"
"Recentemente", spiega ancora la consigliera, "sono emerse, come visto dalle cronache di stampa, forti preoccupazioni sull’applicazione pratica della normativa, espresse, in particolare, dagli operatori balneari e dalle relative rappresentanze di categoria". Le preoccupazioni, spiega "com’è noto, scaturiscono dal fatto che le nuove disposizioni del decreto sembrerebbero rendere necessario l'utilizzo di acqua potabile per le docce e i lavapiedi in spiaggia, mettendo a rischio la tradizionale pratica di utilizzare l’acqua proveniente da pozzi, cosa che potrebbe portare a un aumento della richiesta di acqua potabile dall'acquedotto pubblico durante la stagione estiva, con possibili conseguenze negative sull'approvvigionamento idrico".