Aerei, i prezzi dei biglietti aumentano e le flotte non bastano: cosa succede e i rischi
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Centri di riparazione intasati e ritardi nelle consegne: molte compagnie aeree stanno avendo difficoltà a mantenere i collegamenti a causa della mancanza di velivoli, con inevitabili ripercussioni sul costo dei biglietti. Negli ultimi tre mesi in Italia i prezzi hanno subito rincari a due cifre e si stima che sarà così anche nel prossimo trimestre
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- Sono tante le compagnie aeree che in questo momento hanno problemi con i propri mezzi. Una di questa è Wizz Air: all’aeroporto polacco di Bydgoszcz, a sud di Danzica, ci sono 20 Airbus di ultima generazione di Wizz Air fermi da settimane. Altri 15, sempre della compagnia ungherese, sono parcheggiati a Ostrava, in Repubblica Ceca. Quasi un quinto della flotta composta da ben 41 velivoli non sta volando, in attesa di risolvere i problemi ai motori
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- Non è la sola: come evidenzia il Corriere della Sera, le stese difficoltà le stanno riscontrando anche Turkish Airlines e Aegean Airlines, mentre più a ovest, in Irlanda, il ceo di Ryanair sbraita contro Boeing perché non riesce a ricevere i 737 Max 8200 attesi. A fine giugno, se va tutto bene, potrebbe riceverne una quarantina, contro i 57 programmati
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- Un po’ ovunque, infatti, i centri di manutenzione dei jet sono intasati, tra collaudi ordinari e straordinari. Questo porta i noleggi dei pochi aerei disponibili a prezzi stratosferici, con inevitabili conseguenze sul mercato
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- La ragione è chiara: i clienti continuano a prenotare come e più di prima, mentre le compagnie aeree sono a corto dei velivoli. Come spiega il Corriere, il rischio di taglio dei voli è concreto, specie nella stagione che va da aprile e ottobre, perché la flotta non è sufficiente
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- Secondo quanto riporta il quotidiano di via Solferino, che ha confrontato i piani di crescita, nei primi tre mesi di quest’anno le aviolinee hanno dovuto cancellare già 193 mila partenze sulle tratte intra-europee. E per il futuro? Altri 115 mila voli in meno sono finora previsti nel periodo aprile-giugno, ma il dato è ancora provvisorio e aumenterà nelle prossime settimane, secondo alcune fonti di settore
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- Il problema sono i motori di ultima generazione Pratt & Whitney Geared Turbofan (Gtf). Questi propulsori sono installati negli Airbus A320neo e A321neo, gli A220 e gli Embraer E2, velivoli a corridoio singolo che coprono distanze brevi e medie. L’estate passata Rtx ha notato alcune crepe nei dischi della turbina ad alta pressione, che significa ispezionarne almeno 1.200 sui circa 3 mila in servizio. I giorni però necessari alla manutenzione, anche a causa della mancanza di pezzi di ricambio stanno salendo da 100 a quasi 350 nel 2024 e 400 nel 2025
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- Secondo le stime di Iba, fornite dal Corriere, sono attualmente fermi 385 A320neo e A321neo con i motori P&W da controllare. Di questi 287 risultano parcheggiati da più di 60 giorni. Un’altra società specializzata, ch-aviation, calcola che il 18% della flotta mondiale di A320-A321neo non è in servizio. Tra le compagnie più colpite da questi stop ci sono Wizz Air (41 velivoli fermi), Turkish Airlines (circa 30), Lufthansa (14) e Vueling (13)
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- Chi non ha problemi coi motori ha invece problemi con le consegne, come Ryanair, la principale low cost in Europa, che il 1° marzo ha confermato che riceverà 40 e non 57 Boeing 737 Max 8200 entro il 30 giugno di quest’anno. “Ciò comporterà alcune lievi modifiche all’operativo, con riduzioni di frequenze sulle rotte esistenti, piuttosto che tagli alle nuove rotte”, ha fatto sapere la compagnia, sostenendo come siano Dublino, Milano Malpensa, Varsavia e quattro scali portoghesi gli aeroporti interessati
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- Il ceo del gruppo Ryanair, Michael O’Leary, ha dichiarato di essere “deluso da questi ultimi ritardi nelle consegne di Boeing e prevediamo che — uniti alla messa a terra fino al 20% delle flotte Airbus A320 dei nostri concorrenti in Europa — porteranno un’offerta più limitata e tariffe aeree leggermente più alte per i consumatori in Europa nell’estate del 2024, tra il 5 e il 10%”
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- Tutto ciò ha un impatto sui prezzi dei voli in Italia: secondo il Corriere, a gennaio 2024 le tariffe sono salite del 26% rispetto al 2023 sia sui collegamenti con l’Europa, sia su quelli interni al nostro Paese. Leggermente meno, invece, a febbraio, che ha registrato un +17% sulle rotte internazionali e un +8% su quelle interne. Il borsino è nuovamente salito a marzo, con le tariffe salite del 16% sulle tratte Italia-Europa e del 15% su quelle all’interno dell’Italia. L’incremento sarà a due cifre anche nel secondo trimestre