Ex Ilva, chiesta amministrazione straordinaria. Acciaierie punta su concordato con riserva

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Invitalia fa sapere di aver inviato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy "un'istanza per le conseguenti valutazioni tecniche e amministrative per la procedura di amministrazione straordinaria per Acciaierie d'Italia", preso atto della sua "indisponibilità" a contribuire a "garantire la continuità aziendale o a sciogliere la joint venture in modo equilibrato". Il gruppo Acciaierie annuncia però di aver già "depositato domanda di concordato con riserva, con richiesta di misure protettive"

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Finita contro un muro anche l’ultima trattativa con ArcelorMittal, Invitalia ha chiesto al governo di ricorrere all'amministrazione straordinaria per Acciaierie d'Italia: l'arrivo del commissario è ormai dato praticamente per certo. Mancano ancora alcune verifiche tecniche e poi il governo lo annuncerà ai sindacati dei lavoratori dell'ex Ilva e ai rappresentanti dell'indotto, convocati nel tardo pomeriggio di domani, 19 febbraio, a Palazzo Chigi. Ma Acciaierie d'Italia ha pronto un piano per proteggersi: subito dopo il comunicato di Invitalia ha fatto sapere di aver già presentato istanza di Concordato con Riserva per la capogruppo e le controllate. Si tratta di una procedura che prevede altri 60-120 giorni prima di presentare il concordato preventivo che serve a evitare un fallimento. L’esito dell’istanza è però incerto: c’è chi dice che non bloccherebbe comunque il commissariamento.

Il comunicato di Invitalia

"Invitalia - ha scritto il socio pubblico di Acciaierie - dopo aver esperito negli ultimi mesi e da ultimo in queste settimane, in costante dialogo con il Governo, ogni tentativo possibile di accordo con il socio privato, preso atto dell'indisponibilità di quest'ultimo a contribuire a garantire la continuità aziendale o a sciogliere la joint venture in modo equilibrato e conforme alle normative vigenti anche di fonte europea nell'ambito di una situazione di crisi non dipendente dalla volontà né da responsabilità gestionali della parte pubblica, ha inoltrato oggi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, un'istanza per le conseguenti valutazioni tecniche e amministrative per la procedura di amministrazione straordinaria per Acciaierie d'Italia". 

Urso: "Giusto che il Paese si riappropri del sacrificio di intere generazioni"

Duro anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, che ha ricordato come “l'investitore straniero che guida l'azienda, e che ha la maggioranza delle azioni, non intende mettere risorse nell'azienda". Da qui, la conclusione: "Se non intende investire sull'impresa, credo che sia giusto che il Paese si riappropri di quello che è il frutto del lavoro, del sacrificio di intere generazioni". 

Un'immagine dello stabilimento Ilva a Taranto, 25 settembre 2013.
ANSA / CIRO FUSCO

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L'interesse del magnate ucraino

Per evitare l'amministrazione straordinaria sarebbe stato necessario che ArcelorMittal decidesse di cedere la propria quota ad altri acquirenti e che sciogliesse la joint venture. Secondo alcune indiscrezioni ci sarebbe in effetti stato l'interesse di acquirenti esterni, come quello del magnate ucraino Rinat Akhmetov (Metinvest).

La preoccupazione dei sindacati

I sindacati non nascondono la loro preoccupazione per il futuro. "Nell'incontro di domani con il governo - dice il Segretario generale Fim Cisl Roberto Benaglia - ci aspettiamo soluzioni definitive da varare e attuare già da martedì e non ulteriori analisi, rinvii o nuovi approfondimenti". La situazione è anche peggiorata rispetto a qualche mese fa. "Queste settimane hanno visto il Governo cercare ulteriori soluzioni - spiega la Fim Cisl - ma il confronto ulteriore con i Mittal non ha aiutato la situazione. Per noi è finito il tempo dei capricci di una multinazionale e c'è solo da garantire il rilancio dell'azienda e soprattutto, di salvare la continuità produttiva e l'occupazione che per noi sono fondamentali". 

Un'immagine dello stabilimento Ilva a Taranto, 25 settembre 2013.
ANSA / CIRO FUSCO

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