Mirafiori, per gli operai un mese di cassa integrazione a marzo 2024

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Interessati 3.000 operai. Le linee della Maserati e della 500 elettrica non si fermeranno completamente, ma lavoreranno su un solo turno. Lo ha comunicato Stellantis ai sindacati

 

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Un mese intero di cassa integrazione a marzo per i 3.000 lavoratori di Mirafiori. Le linee della Maserati e della 500 elettrica non si fermeranno completamente, ma lavoreranno su un solo turno. Lo ha comunicato Stellantis ai sindacati. "È un nuovo un segnale della continuazione del periodo di sofferenza per Mirafiori” ha commentato il segretario territoriale Fismic Confsal di Torino, Sara Rinaudo.

La posizione di Meloni

Carlos Tavares, ad dell’azienda, aveva rilasciato alcune dichiarazioni – in particolare in un’intervista a Bloomberg – sostenendo che l’assenza di sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici metteva a rischio gli impianti in Italia. Oggi il presidente del consiglio, Giorgia Meloni, in un punto stampa a Tokyo, ha espresso scetticismo. "Mi è parso, quello che ho letto, abbastanza bizzarro, siamo sempre disponibili ed aperti a quello che porta posti di lavoro. Se poi si ritiene che produrre dove costa meno il lavoro sia meglio liberi di farlo" ha sottolineato Meloni. "Ho letto di alcune dichiarazioni di Tavares, non ho trovato questa intervista e mi sarebbe sembrato curioso, l'Ad di una grande azienda dovrebbe sapere che gli incentivi non possono essere rivolti a una sola azienda e che abbiamo investito negli ecoincentivi".

La reazione dei sindacati

“Noi siamo ben consapevoli - ha sottolineato Rinaudo – del piano strategico in corso di Stellantis, che ha sempre affermato di puntare su Mirafiori, ma constatiamo con dispiacere il periodo di difficoltà che sta affrontando il sito in questo momento, in particolare la carrozzeria; difficoltà che noi cercheremo di gestire al meglio per attutire al massimo le ricadute sui lavoratori e sui loro salari. Auspichiamo che l'intervento del governo, con il nuovo piano incentivi, sostenga la ripresa del mercato. Serve una collaborazione in sinergia con la Regione, per tutelare il territorio". Per Edi Lazzi, segretario generale della Fiom torinese, la notizia è “un altro dato ultranegativo della fase che stiamo attraversando. Ci sono tanti segnali che ci fanno tremare i polsi”.

"Serve un nuovo modello"

Unanime il parere degli altri esponenti dei sindacati. "È la riprova della previsione purtroppo negativa. Il nodo è arrivato al pettine. Il caso Mirafiori deve essere di rilevanza nazionale, lo stabilimento deve essere messo nelle condizioni di avere prospettive", ha rimarcato Rocco Cutrì, numero uno della Fim torinese. "Siamo molto preoccupati perché questa cassa integrazione si aggiunge a quella che già c'è. Quello che abbiamo non basta, serve un nuovo modello subito subito", ha aggiunto Luigi Paone, segretario della Uilm torinese.

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