Pil italia fermo a zero nel terzo trimestre 2023. Crescita acquisita +0,7%

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L'Istat stima che il prodotto interno lordo, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015 e corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia rimasto stazionario sia rispetto al trimestre precedente, sia rispetto al terzo trimestre del 2022

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Crescita a zero per l'Italia nel terzo trimestre del 2023, l'Istat stima che il prodotto interno lordo, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015 e corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia rimasto stazionario sia rispetto al trimestre precedente, sia rispetto al terzo trimestre del 2022.

Crescita zero per il terzo trimestre

Il terzo trimestre del 2023, spiega l'Istituto di statistica, ha avuto tre giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al terzo trimestre del 2022. La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell'agricoltura, silvicoltura e pesca, di un aumento in quello dell'industria e di una stazionarietà in quello dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto positivo della componente estera netta.

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Crescita acquisita +0,7%

La variazione acquisita del prodotto interno lordo per il 2023 è pari a +0,7%, ha fatto poi sapere l'Istat, ed è lo stesso livello del trimestre precedente.

L'economia italiana rimane stabile nel terzo trimestre del 2023 dopo il calo fatto registrare nel secondo trimestre dell'anno. Anche la dinamica tendenziale risulta stabile, interrompendo una crescita che durava da dieci trimestri consecutivi, è il commento dell'Istat al dato sulla crescita del Pil che si stabilizza allo 0,7%, valore uguale a quello fatto registrare nel secondo trimestre dell'anno. Il risultato è la sintesi, dal lato della produzione, di un calo del valore aggiunto dell'agricoltura, di una crescita dell'industria e di una sostanziale stabilità del settore dei servizi. Dal lato della domanda, si registra un contributo negativo della domanda al lordo delle scorte e un contributo positivo della domanda estera netta.

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