Imballaggi, dalle bustine di zucchero all’insalata: cosa cambia con le nuove regole Ue
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Il regolamento licenziato dalla Commissione ambiente di Bruxelles potrebbe rivoluzionare il panorama europeo del cibo: potrebbero infatti sparire tutte quelle confezioni monouso usate nel settore alberghiero, della ristorazione e del catering, a cui potrebbero aggiungersi imballaggi di plastica monouso per frutta e verdura. Molto contestato anche l’ambizioso obiettivo di vedere dal 2030 il 20% delle bevande bevute in bottiglia o lattina confezionate in imballaggi riutilizzabili
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- Dal divieto della plastica per le confezioni di frutta o verdura più piccole di un chilo allo stop alle stoviglie monouso all'interno dei circuiti di ristorazione e dei fast-food, fino all'obbligo di avere almeno la metà degli imballaggi riutilizzabili entro il 2030: queste sono solo alcune delle regole previste dal nuovo Regolamento europeo per la riduzione dei rifiuti, licenziato dalla Commissione Ambiente di Bruxelles il 24 ottobre scorso
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- Il testo della nuova norma non è quello definitivo: sarà decisivo, infatti, il passaggio dal voto della plenaria e dal negoziato con il Consiglio Ue. Ma segna comunque un punto a favore dei sostenitori del riuso rispetto a chi, come l'Italia, è a favore del riciclo e si attesta ai primi posti in Europa. Per questo l’Italia si sta opponendo alla norma sugli obiettivi di riutilizzo, tra le più contestate
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- Altra norma contestata è quella che prevede il divieto di imballaggi monouso per condimenti, conserve, salse, panna da caffè e zucchero nel settore alberghiero, della ristorazione e del catering, a cui si aggiungono bustine, vaschette, vassoi, scatole. Sono stati inoltre vietati imballaggi di plastica monouso per prodotti ortofrutticoli freschi per meno di 1,5 kg di frutta e verdura, come reti, sacchetti, vassoi e contenitori
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- Il Regolamento europeo prevede inoltre la fine del packaging monouso utilizzato negli alberghi per cosmetici e prodotti per l’igiene. Lo stop riguarderà i prodotti liquidi di meno di 50 millilitri e quelli non liquidi (come flaconi di shampoo, per lozioni per mani e corpo e piccoli sacchetti per saponette) sotto i 100 grammi
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- Forse finirà anche il formato famiglia: gli imballaggi di plastica usati nel commercio al dettaglio per raggruppare prodotti venduti in lattine, vasi, vaschette e confezioni per acquistare più di un prodotto o incoraggiare i consumatori a farlo saranno banditi
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- Storia diversa quella sugli obiettivi di riutilizzo: l’intenzione comunitaria è quella di esigere che dal 1° gennaio 2030 il 20% delle bevande vendute confezionate (in bottiglia o lattina) utilizzi imballaggi da usare di nuovo. A ciò si aggiunge anche un’altra regola, che prevede che entro il 31 dicembre 2027 le bevande sfuse consumate sul posto possano essere vendute in un bicchiere riutilizzabile, mentre entro 2 anni il consumatore dovrà avere la possibilità di riempire il proprio contenitore o borraccia con le bibite sfuse
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- Già da tempo il fronte più caldo resta quello del riutilizzo: se per le bottiglie di vino l'obbligo era già stato escluso dal testo, discorso diverso è stato quello che ha riguardato altri due emendamenti, che avrebbero cancellato altri divieti e consentito ai Paesi virtuosi nel recupero, come l'Italia, di poter fare a meno di creare sistemi di deposito e vuoto a rendere, che non sono andati a segno
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- “Il voto in Commissione Ambiente del Parlamento Europeo sul regolamento imballaggi conferma le nostre preoccupazioni: si continua ad andare verso un sistema che non valorizza il modello vincente italiano, ma che lo mette a rischio. Continueremo la nostra battaglia in tutte le sedi comunitarie per difendere le ragioni di una filiera innovativa”, ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin
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- "L'industria italiana aveva fatto negli ultimi 10 anni ingenti investimenti per il riciclo. Siamo secondi al mondo per riciclo dei rifiuti industriali. Sono miliardi di investimenti all'anno che vengono cancellati con un tratto di penna. La cosa che mi preoccupa è che ci sono migliaia di posti di lavoro a rischio", ha sottolineato il presidente di Confindustria Carlo Bonomi
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- "Sul regolamento imballaggi, soprattutto sul tema del riuso e del riciclo, la Commissione Envi si è spaccata in due, con l'emendamento passato per soli due voti, 41 a 39, evidenziando la divisività del tema e la contrapposizione tra due visioni molto differenti. Come Federalimentare siamo preoccupati perché si promuove un sistema che non valorizza il modello italiano, basato sul riciclo, ma si insiste sul riuso degli imballaggi: una misura che penalizza la nostra filiera agroalimentare", ha dichiarato Federalimentare