Manovra 2024, spunta l'aumento della tassa d’imbarco dei voli per i Comuni post-dissesto
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Nella legge di Bilancio in via di elaborazione è comparsa la possibilità di un incremento della tassa "sui diritti di imbarco portuale e aeroportuale per passeggero non superiore a 3 euro per passeggero"
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- I Comuni che abbiano terminato la procedura di dissesto finanziario potranno aumentare le tasse comunali, compresa quella per i passeggeri portuali e aeroportuali. È quanto indicato nell'ultima stesura della Manovra 2024 che, però, è ancora in via di elaborazione
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- I Comuni capoluogo di città metropolitana che al 31 dicembre 2023 avranno terminato il periodo di risanamento quinquennale potranno istituire, con apposite delibere del Consiglio comunale, un incremento dell'addizionale comunale all'Irpef "non superiore a 0,4 punti percentuali" e "un'addizionale comunale sui diritti di imbarco portuale e aeroportuale per passeggero non superiore a 3 euro per passeggero"
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- Secondo le stime del Corriere della Sera, la misura potrebbe portare 380 milioni di euro in più nelle casse delle amministrazioni locali
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- Attualmente la tassa d’imbarco è di 6,5 euro in molti aeroporti italiani, 7,5 euro a Roma Fiumicino e Ciampino e 9 euro a Venezia. Se i Comuni decidessero di incrementare l’imposta di tre euro, ovvero fino al massimo consentito, i viaggiatori che volano dall’Italia pagheranno di addizionale comunale dai 9,5 euro a 12 euro. Da evidenziare che la norma quindi si applicherebbe anche a chi parte in nave
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- Il 2023 è già stato segnato da numerosi rincari del prezzo dei biglietti aerei e le previsioni - tra maggiore domanda, rincaro delle materie prime e del costo del lavoro e tensioni geopolitiche - stimano ulteriori aumenti nei prossimi mesi, a cui si andrebbe ad aggiungere l’eventuale maggior costo della tassa d’imbarco
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- La tassa d’imbarco è stata introdotta nel 2004 con un importo di 1 euro. Tra 2005 e 2007 è passata a 2,5 euro, poi 4,5 euro nel 2008 e dal 2012 è stabile a 6,5 euro. Nel 2015 c’era già stato un tentativo di portarla a 9 euro ma l’opposizione delle compagnie e degli aeroporti italiani bloccò l’introduzione
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- Dei 6,5 euro di addizionale, 1 euro è diviso tra Enav, Comuni aeroportuali e misure volte alla prevenzione e al contrasto della criminalità e al potenziamento della sicurezza nelle strutture aeroportuali e nelle principali stazioni ferroviarie. Altri 50 centesimi sono finalizzati a ridurre il costo per lo Stato del servizio antincendi negli aeroporti, 1,5 euro sono per il Fondo di solidarietà per il settore del trasporto aereo e del sistema aeroportuale, 3,5 euro vanno all’INPS per il sostegno delle gestioni previdenziali
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- A partire dal 1° aprile 2023, Venezia ha aumentato di 2,5 euro l’addizionale d’imbarco portandola a 9 euro. La decisione del capoluogo veneto è stata resa possibile dalle norme che consentono ai Comuni in dissesto di aumentare l’addizionale per ripianare il disavanzo di bilancio
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- Come riporta Il Corriere della Sera, una portavoce di Easyjet avrebbe sottolineato che le addizionali comunali sono tasse che hanno un impatto "sul passeggero e sulla tariffa: proporre di aumentare delle tasse che vanno a loro volta ad aumentare il costo del biglietto, in un momento in cui si cerca di abbassarlo, sembra molto preoccupante"
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- Preoccupazione è stata espressa al Corriere anche da Carlo Borgomeo, presidente di Assaeroporti: "Se si vogliono aiutare i comuni aeroportuali a cui oggi viene riversata una cifra irrisoria - ha detto - sarebbe più opportuno rivedere l’intero impianto normativo e ridurre la quota, decisamente sproporzionata, destinata genericamente all’Inps. Una finalità che, evidentemente, nulla ha a che vedere con il trasporto aereo"