Pensioni 2024, confermate Quota 103 e Ape Sociale ma assegni più alti a rischio stretta
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Tra le maggiori spese in cantiere per la previdenza rientrano la proroga dell’uscita anticipata dal lavoro con 62 anni d’età e 41 di contributi e il rafforzamento dello strumento ponte a tutela delle categorie più fragili. Manca però all'appello un miliardo che potrebbe arrivare dal nuovo inasprimento delle regole di indicizzazione
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- Con l’approvazione da parte di Camera e Senato dello scostamento di bilancio da 15,7 miliardi, il Parlamento ha autorizzato il governo ad innalzare il deficit per la Manovra 2024 che lievita intorno ai 22-23 miliardi. Ecco quali misure l'esecutivo intende confermare, in particolare sul fronte delle pensioni
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- Come ribadito dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti "oltre ai costi legati alla guerra in Ucraina e altre incognite" – a cui si aggiunge ad esempio la guerra in Israele – i 15,7 miliardi andranno a finanziare in gran parte la proroga del taglio di 6-7 punti al cuneo fiscale per i dipendenti con reddito annuo fino a 35mila euro. Spazio poi all'accorpamento dei primi due scaglioni Irpef
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- Lunedì il governo potrebbe approvare il decreto fiscale collegato alla Manovra insieme ad altri interventi di bilancio, come l’introduzione dal 1° gennaio 2024 della minimum tax per le multinazionali e la revisione delle agevolazioni fiscali
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- Sul fronte delle pensioni la Manovra conterrà innanzitutto la proroga di Quota 103, lo strumento introdotto a inizio anno che consente l’uscita anticipata dal lavoro a patto che si maturino i 62 anni d’età e 41 di versamenti contributivi
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- Viene esclusa, almeno per quest’anno, l’introduzione di Quota 41, misura di legislatura cara in particolare alla Lega che consente di andare in pensione con 41 anni di contributi versati a prescindere dall’età
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- In secondo luogo in Manovra spazio sarà riservato al rafforzamento dell’Anticipo Pensionistico Sociale (Ape), l’indennità assistenziale erogata dall’Inps per alcune categorie di lavoratori gravosi. L’opzione sul tavolo punta a un allargamento dei settori e l’estensione a tutte le lavoratrici donna, la cosiddetta Ape Rosa
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- Sul tema della previdenza rosa, resta aperta la questione del potenziamento di Opzione Donna dopo la stretta dello scorso anno con la limitazione dell'accesso all'uscita anticipata a invalide, caregiver, licenziate o dipendenti di aziende in crisi
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- Per il finanziamento delle misure previdenziali il governo è a caccia di risorse. Manca all’appello un miliardo che potrebbe arrivare da un ulteriore inasprimento delle regole di indicizzazione per l’adeguamento degli assegni al costo della vita già modificate lo scorso anno
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- Nel 2024 l’ordinaria rivalutazione potrebbe attestarsi al massimo sul 6% ma non è esclusa una riduzione al 5,5%. Sul punto Palazzo Chigi non ha ancora deciso ma potrebbe autorizzare una sforbiciata a svantaggio degli assegni medio-alti
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- Infine un altro punto riguarda le pensioni minime innalzate a 600 euro al mese a partire dal 1° luglio di quest’anno. L’obiettivo di legislatura, caro in particolare a Forza Italia, è arrivare a 1.000 euro, ma il quadro finanziario in peggioramento è destinato a restringere l’aumento per il momento a 650-700 euro al mese