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Manovra, taglio contributi e Irpef: chi ci guadagna

Economia

Simone Spina

Per impedire che da gennaio milioni di lavoratori si ritrovino con una busta paga più leggera il governo vuole prorogare i benefici sul cuneo fiscale. E, per evitare che questo vantaggio venga in parte rosicchiato dalle tasse, si pensa anche a una revisione dell'imposta sui redditi. Che però non porterebbe risparmi a chi guadagna meno

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E’ la misura più costosa della prossima manovra. Il taglio del cuneo fiscale, o meglio: la conferma della riduzione dei contributi previdenziali a carico dei dipendenti con redditi medio-bassi, che si traduce in una busta paga un po’ più pesante perché quello che non versa il lavoratore ce lo mette lo Stato.

Busta paga più pesante, quanto costa

Se Palazzo Chigi non facesse nulla, da gennaio questa misura sparirebbe, con la conseguenza che gli stipendi di 14 milioni di italiani diventerebbe più magri. E per rinnovarla per l’intero 2024 servono 9-10 miliardi, poco meno della metà dell’intero valore ipotizzato finora per la legge di Bilancio.

Chi beneficia degli sgravi sui contributi

L’intervento premia chi ha un reddito lordo annuo fino a 35mila euro, con uno sgravio che varia a seconda di quanto si guadagna e in media vale circa 100 euro al mese. Arricchendo il cedolino, però, aumenta anche la base sulla quale calcolare le tasse (l’Irpef), con la conseguenza che l’imposta aumenta e che una parte dei soldi in più finisce per essere mangiata dal Fisco. Il beneficio, quindi, rimane ma è inferiore a quanto auspicato.

Come cambia l'imposta sui redditi

Il governo, sempre con la manovra, vuole limitare questo effetto, cambiando i livelli di tassazione. Si prevede così di accorpare i primi due scalini ora esistenti, in modo che coloro che hanno entrate fino a 28 mila euro l’anno rientrino nello scaglione del 23 per cento (così come adesso accade per chi ha redditi fino a 15mila).

Al massimo 120 euro in più 

Il viceministro all’Economia Maurizio Leo calcola che con la riduzione del cuneo e dell’Irpef assieme, si avrebbero 120 euro in più al mese. Si tratterebbe del massimo vantaggio raggiungibile e riguarderebbe chi è sopra i 35mila euro lordi l’anno di reddito, quindi – probabilmente – i meno bisognosi.

Per 18 milioni di contribuenti nessun risparmio

Dalla sola rimodulazione degli scalini d’imposta, per chi si trova nella fascia più bassa non ci sarebbe alcun guadagno. Per quasi 18 milioni di contribuenti, dunque, nessun risparmio. Chi ha un reddito lordo fino a 20mila avrebbe in tasca 100 euro in più l’anno, per un massimo di 260 per chi sfonda i 28mila.

Quasi tutto il deficit per cuneo e Irpef

La rimodulazione dell’Irpef costerebbe quattro-cinque miliardi e, insieme, al taglio del cuneo assorbirebbe quasi per intero i 14 miliardi di deficit che l’Esecutivo ha programmato per l’anno prossimo.