Tredicesima, ipotesi detassazione anche per i pensionati: cosa sappiamo
Il ragionamento dell'esecutivo in questa fase verte su un taglio dell'Irpef dove si ipotizza un’aliquota al 15%. Oggi a seconda del reddito è al 23%, oppure a salire al 25%, 35% o 43%. Ma restano dei dubbi sulle tempistiche per il 2023
- Tredicesime detassate anche per i pensionati. Poi un’aliquota agevolata al 10% per gli incrementi contrattuali (massimo 500 euro l’anno) per i dipendenti. E ancora: la deduzione per le spese per smart working, spostamenti da casa a lavoro e formazione, oltre alla messa a regime del prelievo leggero sui premi di produttività. Sono questi i contenuti dell’ultima bozza della Delega fiscale, anticipata dal Sole 24 Ore
- "La nostra preoccupazione è legata ai conti pubblici. A causa dell'aumento dei tassi l'Italia avrà un'ulteriore spesa per interessi relativi ai titoli del debito pubblico per circa 14, 15 miliardi e dobbiamo essere assolutamente prudenti", ha detto il viceministro del Mef Maurizio Leo
- In tema di tredicesime, il ragionamento verte su un taglio dell'Irpef dove si ipotizza un’aliquota al 15%. Oggi a seconda del reddito è al 23%, oppure a salire al 25%, 35% o 43%. Il taglio potrebbe comprendere anche i pensionati
- Per la detassazione delle tredicesime Leo alcuni giorni fa aveva già chiarito, ai microfoni di Sky TG24: "Nel 2023 ritengo sia abbastanza complesso trovare le risorse. Ma rimetto tutto alla Nadef, è quello il dato da cui dobbiamo partire per vedere se è possibile questo tipo intervento nel 2023. La delega lo rende applicabile nel 2024: nel 2023 vedremo, mentre nel 2024 si potrà mettere a terra"
- La detassazione anticipata della tredicesima, per poter essere realizzata, dovrà quindi fare i conti con la ricerca di fondi per la Legge di bilancio. Perchè sia realizzata dipende come si svilupperà lo stanziamento di risorse.
- La prima norma da rinnovare, per Leo, è però quella del cuneo fiscale che va rinnovata dal primo gennaio del 2024. "Se ci saranno le condizioni potremo costruire un meccanismo a tre aliquote con l'aliquota del 23% che abbraccia le prime due e quindi con una tassazione al 23% fino a redditi da 28.000 euro; oggi ci si ferma a 15.000
- "Se ci saranno tutte le condizioni passeremo a un sistema a tre aliquote", ha ribadito Leo
- Le prime misure previste dalla riforma fiscale entreranno in vigore a partire dal primo gennaio 2024 e saranno quelle che non prevedono alcuna copertura finanziaria
- Fra le prime misure, "entrerà in vigore il meccanismo del concordato preventivo biennale per le piccole e medie imprese e l'allargamento del meccanismo di compliance alle imprese medio grandi con fatturati fino a 100 milioni di euro"
- "L'obiettivo è di ridurre il tax gap dell'Italia che viene calcolato fra i 75 e i 100 miliardi - ha spiegato Leo - con il concordato preventivo la piccola impresa può aderire alla proposta del fisco e se aderisce tutto quello che guadagna in più nel secondo anno fiscale non viene tassato, è quindi esente da imposizione"