L'importo medio erogato è stato di 538,64 euro con una media di 1.148.010 nuclei beneficiari. Il mese con il numero più alto di famiglie beneficiarie è stato luglio 2021
Dalla prima mensilità dell'aprile 2019 a giugno 2023 per il Reddito di Cittadinanza sono stati spesi più di 31,5 miliardi di euro. Emerge da un report stilato dall'Inps, l'Istituto nazionale della previdenza sociale. Da un altro rapporto, quello dell'Anpal (Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro) emerge invece che su 257.629 beneficiari di Reddito di cittadinanza iscritti al programma Gol (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori), 108.289 sono stati coinvolti in misure di politica attiva come corsi di formazioni, orientamento o avviamento al lavoro, una percentuale del 42%.
Il report dell'Inps
Secondo l'Inps tra l'aprile del 2019, periodo in cui è stata erogata la prima mensilità per il Reddito e la Pensione di cittadinanza, e il giugno del 2023 sono stati spesi per il sussidio contro la povertà introdotto dal Governo gialloverde oltre 31,5 miliardi di euro. Secondo quanto emerge dal report l'importo medio erogato nel periodo è stato di 538,64 euro, con una media di 1.148.010 nuclei beneficiari. Il mese con il numero più alto di famiglie beneficiarie è stato luglio 2021 (1,4 milioni di famiglie con il sussidio e 767 milioni di spesa) mentre a giugno 2023 le famiglie beneficiarie erano poco più di un milione per 511,6 milioni di spesa.
I dati diffusi dall'Anpal
Su 257.629 beneficiari di Reddito di cittadinanza iscritti al programma Gol, 108.289 sono stati coinvolti in misure di politica attiva come corsi di formazioni, orientamento o avviamento al lavoro, una percentuale del 42%, con dati al 30 giugno. Si evince dall'ultimo report Anpal sul programma Garanzia occupabilità lavoratori, l'azione di riforma introdotta dal Piano nazionale di ripresa e resilienza dell'Italia (Pnrr) per rilanciare l'occupazione in Italia e combattere la disoccupazione. I percettori di Reddito sono la fascia dei presi in carico più lontani dal mercato del lavoro con appena il 12,1% degli iscritti al programma che rientrano nel livello 1 (reinserimento lavorativo) e la maggior parte (55,9%) rientra nel livello tre (riqualificazione).