La sete Ue di gas lascia a secco l'Asia: Pakistan e Bangladesh a corto di gas liquefatto
EconomiaCon gli stati europei disposti a comprare il gas a qualsiasi prezzo, alcuni Paesi emergenti stanno avendo difficoltà a trovare il metano necessario. GUARDA IL VIDEO
L'interruzione delle forniture russe all'Europa ha portato il Vecchio Continente a incrementare gli acquisti di gas liquefatto, quello trasportato in forma liquida via nave. Secondo l'Agenzia Internazionale dell'Energia le importazioni nel 2022 sono salite del 55 per cento. Ma l'offerta internazionale di gas liquefatto è limitata: ecco perché di fronte agli acquisti europei c'è chi invece ne ha dovuto fare a meno. Secondo l'elaborazione dei dati ICIS, paesi come Bangladesh, Pakistan e India hanno subito dei forti cali delle forniture.
Il mercato del gas liquefatto rimarrà infatti teso almeno fino al 2026, quando nuovi progetti entreranno in funzione. Per rendere il metano allo stato liquido servono impianti di liquefazione che richiedono ingenti capitali e anni per essere costruiti.
Asia a corto di gas
Il Pakistan - a fronte di un'asta per acquistare gas liquefatto fino al 2029 - non ha ricevuto alcuna offerta da parte dei venditori. Il paese, colpito anche da violente alluvioni nei mesi scorsi, sta subendo importanti black-out, soprattutto in alcune regioni. Tanto che il governo di Islamabad si sta rivolgendo alla Russia per ricevere forniture di gas via nave, secondo l'agenzia Tass. L'ambasciatore pakistano a Mosca ha detto che ha detto che il paese è in grave difficoltà: "Avevamo un contratto a lungo termine con una società fornitrice, a un prezzo fissato. Ma quando il valore globale del gas è salito, hanno deciso di venderlo altrove. Per questo abbiamo iniziato i colloqui con la Russia".
In Pakistan, come in Bangladesh e in India, la via obbligata è stata bruciare più petrolio e carbone al posto del gas. Combustibili che però sono decisamente più inquinanti del metano.
Cina: stop all'export di gas liquefatto
Anche la Cina ha ridotto le proprie importazioni di gas liquefatto. Ma il caso di Pechino è differente: i cinesi i soldi per competere con i prezzi europei li avrebbero, ma in questo momento hanno bisogno di quantità minori di gas visto il rallentamento economico in atto nel paese. A causa delle restrizioni Covid, la Cina sta per raggiungere il livello più basso di crescita economica degli ultimi due decenni (2020 escluso). Nonostante ciò il governo di Pechino ha richiesto alle proprie compagnie energetiche di smettere di esportare gas liquefatto verso l'Europa, per evitare una carenza durante l'inverno.
Prezzi europei imbattibili
La concorrenza europea è difficile da battere. Il prezzo pagato dagli stati Ue è stabilmente più elevato rispetto all'indice di riferimento asiatico, il JKM. Ecco perché sempre più navi metaniere si dirigono verso i rigassificatori europei, in cambio di prezzi elevatissimi che i paesi in via di sviluppo non si possono permettere.
L'Europa ha fatto incetta anche di navi rigassificatrici (vale a dire gli impianti galleggianti e temporanei in cui il gas liquefatto può essere ritrasformato allo stato gassoso): per i prossimi anni - secondo la IEA - i paesi europei si sarebbero assicurati 18 navi tra quelle in costruzioni e disponibili sul mercato delle 23 totali.
Rigassificatori spagnoli congestionati
Negli ultimi giorni, secondo l'operatore che gestisce la rete del gas spagnola, non sarebbe stato possibile garantire a tutte le navi uno slot di rigassificazione. E per questo ci sarebbero diversi tanker di gas liquefatto in coda per entrare nei porti spagnoli.
Cosa cambierebbe con il tetto al prezzo
Una condizione che potrebbe cambiare se l'Europa imponesse un tetto al prezzo del gas. In questo caso gli esportatori di gas liquefatto che operano nel mercato cosiddetto "spot" (non legato cioè a contratti a lungo termine) potrebbero dirigere le proprie navi verso i paesi che offrono di più.