Bollette, quota 100 miliardi? Ecco cosa succederebbe ai conti pubblici e all’occupazione
L’aumento del costo di energia e gas, che potrebbe addirittura raddoppiare nei prossimi mesi, avrebbe un effetto deleterio sulle finanze e sul sistema lavorativo italiano, che sarebbe devastato da chiusure delle fabbriche e licenziamenti. L’unica possibile salvezza è un tetto europeo che freni i prezzi: in questo modo il prossimo governo potrebbe destinare le risorse verso misure di carattere espansivo
È un’amara constatazione quella di Daniele Franco, ministro dell’Economia, che al Forum Ambrosetti di Cernobbio, aveva detto lo scorso 4 settembre: “È evidente che stiamo trasferendo all'estero una parte del nostro potere d'acquisto. Se si guarda alla bolletta energetica del Paese, vediamo che nel 2021 era di 43 miliardi e nel 2022 potrebbe salire a 100 miliardi. Un aumento di 60 miliardi significa circa 3 punti di Pil". E la somma potrebbe diventare ancora più alta se la Russia decidesse di bloccare completamente i flussi di gas
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LE CONSEGUENZE DELL’AUMENTO – Un simile costo significherebbe un aggravio significativo delle finanze del nostro Paese: 60 miliardi significano due manovre di bilancio e i decreti Aiuti messi assieme. Un simile ammanco comprometterebbe la ripresa economica, che già sarà costretta a soffrire il calo del PIL, che dal +3,4% del 2022 passerà al +0,9% del 2023
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LA RIDUZIONE DEI CONSUMI – Stime che vengono fatte non sapendo l’entità dell’inverno che si prepara a vivere l’Italia e, conseguentemente, di quanto gas avrà bisogno. Per questo è stato preparato un piano di riduzione dei consumi per famiglie e imprese che, per conto loro, dovranno patire anche l’aumento del costo delle materie prime
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I PROBLEMI DELLE IMPRESE – In un simile quadro, caratterizzato da una diffusa recessione economica, è facile immaginare una serie di ridimensionamenti e licenziamenti, che avrebbe un impatto deflagrante sull’occupazione e, quindi, anche sull’economia reale. A tutto ciò si unisce anche l’aumento dell’inflazione, sopra l’8%, che rischia di impattare in modo ancora maggiore sui conti economici, senza sapere per giunta quando tornerà a scendere
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LA NUOVA POLITICA DI BILANCIO- Il nuovo governo che si insedierà dopo il 25 settembre dovrà varare nuove misure di sostegno, con margini di manovra però sempre più ristretti. Per aiutare famiglie e imprese a far fronte a un aumento del costo delle bollette di 60 miliardi servirebbero misure compensative che potrebbero essere finanziate solo con nuovi scostamenti di bilancio, che però dovranno essere approvati da Bruxelles. Un’opera complessa
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IL TETTO AL PREZZO DEL GAS - Agevolerebbe certamente un tetto europeo al prezzo del gas, una manovra attualmente allo studio delle istituzioni comunitarie. In questo modo la bolletta si ridurrebbe senza necessità di far fronte con nuove risorse ma, se non si sa quando Bruxelles deciderà, servirà muoversi. Se le risorse finiranno lì, difficile vengano adottate anche misure di carattere espansivo
I CONTI PUBBLICI – Da preventivare anche un impatto considerevole sui conti pubblici, visto che un aumento di 60 miliardi della bolletta significherebbe nuovo indebitamento e, data la stretta sui tassi della Bce, un aumento dei costi di rifinanziamento del debito e quindi della spesa degli interessi. Da immaginare anche la fine del percorso virtuoso di riduzione del rapporto debito/PIL, iniziato nel 2021 e proseguito quest’anno. "Già gli indicatori congiunturali volgono al ribasso", ha dichiarato il ministro Franco
L’IMPATTO SUL PNRR – Da cambiare ci sarebbe a quel punto anche il Pnrr, visto che sarebbero da aggiornare i costi di alcune opere. D’altra parte, 60 miliardi sono praticamente un terzo dell’intero ammontare delle risorse del Next Gen fino al 2026. Nonostante questo, comunque, la strada maestra per aiutare l’economia resta attuare integralmente il piano, come vorrebbe anche la Commissione guidata da Ursula von der Leyen