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Borse, Milano e mercati europei chiudono in positivo. Petrolio poco sotto i 100 dollari

Economia
©IPA/Fotogramma

A Piazza Affari il Ftse Mib ha chiuso guadagnando lo 0,57%, a 25.163 punti. Bene anche le altre principali Borse del Vecchio Continente: la migliore è stata Madrid (+0,69%) a 8.503 punti. Chiusura di settimana in deciso calo per il prezzo del gas in Europa, dopo un picco di prima mattina. Petrolio giù a New York. Borse asiatiche contrastate

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Chiudono in rialzo le Borse europee, mentre sui mercati tiene banco il tema dell'impatto della guerra in Ucraina sulla crescita economica (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE). Si guarda anche all'andamento dei prezzi delle materie prime, con il petrolio che torna sotto i 100 dollari al barile e il gas che scende dopo l'impennata dell'avvio di seduta.

Chiusura in positivo per Milano e le altre Borse europee

Chiusura in positivo per Piazza Affari: il Ftse Mib ha guadagnato lo 0,57% a 25.163 punti. Terminano in rialzo anche le altre principali Borse Europee: la migliore è stata Madrid (+0,69%) a 8.503 punti, seguita da Parigi (+0,37%) a 6.684 punti, Londra (0,30%) a 7.537 punti, e Francoforte (+0,22%) a 14.446 punti. Chiusura in rialzo anche alla Borsa di Mosca: l'indice Moex è salito del 2,08% a 2.759 punti. Sul fronte valutario, il rublo, che nei giorni passati aveva ripreso quota, nell'ultima seduta di settimana ha perso qualcosa sul dollaro, scambiato intorno a 85, quindi ancora distante dai 75 che precedevano la guerra in Ucraina. In calo anche la quotazione sull'euro, intorno a 94 euro, ma abbastanza vicino ai 91, cioè al valore di prima dell'attacco. Entrambi i valori sono lontani dal picco di 154 per il dollaro e di 167,3 per l'euro, risalenti al 7 marzo, in seguito ai forti cali del rublo nei primi giorni del conflitto.

Petrolio poco sotto quota 100 dollari 

Il petrolio ha chiuso in calo a New York ed è tornato di poco sotto i 100 dollari al barile, dopo che l'Aie ha annunciato un ulteriore rilascio di riserve dopo quelle decise il giorno prima dall'amministrazione Biden: il Wti ha ceduto l'1,14% a 99,3 dollari al barile, il Brent lo 0,5% a 104 dollari. Il Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti ha emesso un avviso di vendita che riguarda il petrolio della Strategic Petroleum Reserve. L’avviso è arrivato il giorno dopo che il presidente Joe Biden ha annunciato il più grande rilascio mai effettuato, al fine di abbassare i prezzi della benzina aumentati vertiginosamente durante la guerra della Russia contro l'Ucraina. I primi 90 milioni di barili di petrolio saranno rilasciati tra maggio e luglio, mentre altri 90 milioni di barili saranno venduti tra agosto e ottobre, ha spiegato il Dipartimento dell'Energia in una nota. Secondo Biden, oltre 30 Paesi nel mondo seguiranno gli Stati Uniti  e rilasceranno parte delle loro riserve di petrolio, nel  tentativo di riportare la calma sul mercato.

In deciso calo il prezzo del gas in Europa

Chiusura di settimana in deciso calo per il prezzo del gas in Europa, dopo un picco di prima mattina. Gazprom aveva interrotto le spedizioni di gas russo in Germania attraverso il gasdotto Yamal-Europe, riprese poi in tarda mattina in senso contrario, ovvero dalla Germania alla Polonia, rispetto alla normale direzione. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, intanto, ha chiarito che le forniture non saranno interrotte se i clienti non confermeranno il pagamento in rubli entro il 1 aprile, cioè oggi, quando entra in vigore il decreto firmato il giorno prima da Putin. Nel pomeriggio poi sono arrivate da Gazprom le indicazioni tecniche per il passaggio ai rubli. Guardando ai future, le quotazioni sono scese in modo consistente ad Amsterdam (-10,9%) a 112,1 euro al MWh. In discesa anche i future a Londra (-14%) a 257 penny al Mmbtu (unità termica). Entrambi i valori sono ormai ben distanti dal picchi dello scorso 7 marzo, con i rincari dai primi giorni del conflitto in Ucraina, quando erano arrivati rispettivamente a 345 euro e a 800 penny.

Borse asiatiche contrastate

Le Borse asiatiche chiudono contrastate con gli investitori che vedono un rallentamento dell'economia globale a causa della guerra in Ucraina. Sui mercati pesano anche le nuove misure restrittive per contenere l'aumento dei contagi da coronavirus. Pesa anche l'andamento del prezzo delle materie prime. Chiusura in calo per Tokyo (-0,56%). Sul fronte valutario lo yen prosegue la fase di rivalutazione sul dollaro dai minimi in 7 anni, trattando a 122,38, e a sull'euro 135,34. Le Borse cinesi chiudono la seduta in territorio positivo: l'indice Composite di Shanghai sale dello 0,94%, a 3.282,72 punti, mentre quello di Shenzhen guadagna lo 0,47%, attestandosi a quota 2.127,82. La Borsa di Hong Kong chiude la seduta in territorio positivo: l'indice Hang Seng guadagna lo 0,19%, salendo a 22.039,55 punti.

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