Il centrodestra vota contro il limite a mille euro scattato a gennaio. Per quest'anno dunque si torna alla soglia di duemila euro. A meno che le cose non cambino di nuovo in Parlamento con la conversione in legge del decreto Milleproroghe
Dietrofront sul limite all’utilizzo del contante. Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia votano contro il tetto fissato a mille euro ed entrato in vigore poco più di un mese fa. Una mossa che spacca la maggioranza e va nella direzione opposta a quella del governo. Se ci sarà la conferma nell’ultimo passaggio in Parlamento per la conversione in legge del decreto Milleproroghe, si potrà dunque continuare a pagare con banconote l’affitto o l’idraulico fino a duemila euro senza rischiare multe.
Limite a 1.000 euro nel 2023?
Questa soglia, poi, dovrebbe essere nuovamente ridotta a mille euro a partire dall’anno prossimo, ma il condizionale è d’obbligo perché da anni in Italia si continua a cambiare idea su un tema legato alla lotta all’evasione fiscale e al riciclaggio di denaro sporco. L’intento di limitare il ricorso al contante è infatti quello di incentivare le spese con bancomat, carte di credito e bonifici, più difficili da nascondere al Fisco e alla polizia. Nonostante i progressi degli ultimi tempi, il nostro paese resta uno degli ultimi fra quelli europei a fare uso dei pagamenti elettronici. Ma vediamo cosa dovrebbe cambiare.
Cambiamenti continui negli ultimi anni
Possibile pagare cash fino a duemila euro la parcella dell’avvocato e per prestare, o regalare, del denaro a un familiare. Se si supera il limite la multa va da mille e 50mila euro, mentre per i pagamenti digitali era già previsto che i negozianti che li rifiutavano rischiavano una sanzione (a partire da 30 euro più una percentuale sul valore dell’acquisto) solo dall’anno prossimo. Invariate le regole per prendere o depositare i soldi in banca: non ci sono limiti, ma se si superano i 10mila euro in un mese scattano le segnalazioni alle autorità. Come detto su questo argomento si è spesso cambiato idea. Nell’estate del 2020 si era avviata una stretta graduale, col punto d’arrivo al gennaio 2022. Si sarebbe così tornati al livello fissato undici anni prima (1.000 euro), dopo che nel 2016 era stato alzato a tremila euro.