Il caro energia e la variante Omicron cominciano ad avere ripercussioni sull'economia reale d'Italia e d'Europa: frena la crescita in Germania, da noi i prezzi alla produzione salgono i massimi da oltre vent'anni. E la fiducia di famiglie e imprese torna a scendere
Se il 2021 si è chiuso come anno del forte “rimbalzo” dell’economia dopo l’anno orribile 2020, il primo scorcio di questo 2022 porta con sé il ritorno dell’incertezza, che impatta sulle prospettive future. Il mix tra caro energia e diffusione della variante Omicron comincia ad avere ripercussioni: testimonianza ne sono gli indici di fiducia di consumatori e imprese, di solito osservati speciali sui mercati finanziari ma ultimamente anche dagli analisti dell’economia ‘reale’.
Fiducia delle famiglie in calo a gennaio
A gennaio 2022 l’ISTAT stima infatti una diminuzione sia dell'indice di fiducia dei consumatori (da 117,7 a 114,2 punti) sia dell'indice di fiducia delle imprese (da 112,7 a 105,4 punti). In particolare questo secondo indice "subisce un deciso ridimensionamento, scendendo al valore più basso degli ultimi 9 mesi". L'Istat spiega quindi che "l’intensità della diminuzione è determinata dal repentino calo della fiducia nel comparto dei servizi di mercato, dove il settore del trasporto e magazzinaggio e quello dei servizi turistici registrano forti cadute" mentre gli "unici segnali positivi provengono dal commercio al dettaglio e dal comparto delle costruzioni", complici anche i vari bonus varati dal Governo.
Inflazione galoppa, prezzi alla produzione +22,6%
Il caro energia, che traina una inflazione mai così forte da oltre un decennio, va a incidere sui prezzi alla produzione (da qui si scaricherà a catena sui prezzi al consumo). A dicembre, i prezzi alla produzione dell'industria sono saliti in Italia dello 0,8% su base mensile, e di ben il 22,6% rispetto al dicembre 2020. Anche depurandoli dal comparto energetico, i prezzi crescono molto (+0,5% sul mese precedente, +9,6% sull’anno precedente). Nella media del 2021, i prezzi segnano così una crescita del 10,7%. Per fare un confronto: il 2020 si era chiuso con un -3,4%). È l’aumento più marcato dal 2000, da quando in pratica è disponibile la serie storica dell'indice.
Omicron frena la locomotiva tedesca
La variante Omicron comincia ad avere ripercussioni sull'economia reale d'Italia e d'Europa: il Pil della Germania si è fermato sotto le attese degli analisti, nel quarto trimestre del 2021, segnando una contrazione dello 0,7% rispetto al trimestre precedente. Secondo l’agenzia Bloomberg, gli esperti avevano previsto una flessione molto più contenuta, attorno allo 0,3%. Rispetto al quarto trimestre del 2020 l'economia della “locomotica d’Europa” è comunque cresciuta dell'1,4%. Il dato, viene spiegato, è strettamente legato alle misure restrittive dovute alla nuova ondata di contagi da Covid-19 e alla carenza di componenti registrata dalle fabbriche tedesche. Luci e ombre anche dalla Spagna, che ha visto l'economia crescere nel quarto trimestre del 2% rispetto ai tre mesi precedenti, superando le attese degli analisti con un aumento anno su anno del 5% (crescita inferiore rispetto al +6,5% stimato dal governo, ma superiore comunque alle previsioni di Ocse e Fmi).