Il ruolo di garante del Capo dello Stato è importante per assicurare al Paese stabilità. Un requisito necessario per avere la fiducia dai mercati finanziari e quella dell’Unione Europea, in vista dell’attuazione del Recovery Fund e delle nuove regole di bilancio
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Anche i mercati guardano all’elezione del presidente della Repubblica italiana. Gli investitori, cioè coloro che ci prestano i soldi per finanziarci, contribuendo a tenere a galla il nostro enorme debito pubblico, stanno puntando l’obiettivo sul Quirinale, perché il nostro Capo dello Stato svolge un cruciale ruolo di garante, che ha ricadute anche in campo economico.
Soprattutto adesso che il nostro Paese è il maggior beneficiario del Recovery Fund, il vasto programma europeo anti-crisi, che ci ha assegnato quasi 200 miliardi di euro ma che va attuato, perché i denari Bruxelles ce li dà a rate, man mano che Roma raggiunge le tappe di questo percorso che arriva fino al 2026.
Basti pensare che dopo la prima tranche avuta l’estate scorsa (24,9 miliardi), si attende il via libera ad altri 24,1 miliardi e, se faremo i compiti a casa, alla fine di quest’anno di miliardi ne arriveranno un’altra quarantina.
In questo quadro, il nuovo presidente può assicurare che l’Italia goda di una buona reputazione. Averla potrà risultare molto importante quando i vertici comunitari dovranno prendere decisioni legate al Recovery Fund basate soprattutto sulla fiducia.
Inoltre, coi fondi europei l’Italia non solo sta scommettendo sulla ripresa, con una robusta spinta al prodotto interno lordo (+3,6% entro il 2026), ma anche su una serie di riforme attese da anni e che la politica deve portare a termine. Anche in questo caso, avere un presidente che mantiene gli equilibri e la rotta fissata appare fondamentale.
E non c’è solo il Recovery Fund. L’Europa ha iniziato a discutere delle nuove regole fiscali europee (il cosiddetto Patto di Stabilità), un’altra partita dove avere una figura autorevole al Colle può fare la differenza.