
Auto elettriche, al via bonus per colonnine di ricarica: cos'è e come funziona
Stanziati 90 milioni di euro destinati a persone fisiche e imprese per l'acquisto e l'installazione delle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici. L'agevolazione consiste in un contributo in conto capitale fino al 40% della spesa ammissibile: i dettagli

Parte del piano del governo per la transizione ecologica italiana passa anche dalla mobilità elettrica. In questo senso si muovono non solo le agevolazioni fiscali, come l’ecobonus, previste per chi acquista auto elettriche, ma anche gli incentivi per l’installazione delle colonnine necessarie alla ricarica degli stessi mezzi
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I FONDI - Novanta milioni di euro erano già stati stanziati per il 2020. La spinta è arrivata con il decreto del Ministero per la Transizione Ecologica (Mite) che ha sbloccato le risorse, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 25 ottobre. L'80% dei fondi è destinato agli interventi delle imprese, con valore complessivo inferiore a 375mila euro; il 10% per i lavori dal valore superiore e il restante 10% per le persone fisiche
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IL BONUS – Il bonus è in conto capitale e può raggiungere al massimo il 40% delle spese ammissibili. L’erogazione è gestita da Invitalia e viene effettuata in un’unica soluzione
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I BENEFICIARI - I beneficiari possono essere sia persone fisiche che svolgono attività d’impresa, arti e professioni che i soggetti Ires, quindi società, enti pubblici e privati e trust che hanno come oggetto principale l’esercizio di attività commerciale. Ogni richiedente può presentare una sola domanda
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I REQUISITI – Sono previsti alcuni requisiti per tutti i potenziali beneficiari. Le imprese devono avere sede in Italia, risultare attive e regolarmente iscritte al Registro imprese, con iscrizione Inps e Inail e posizione contributiva regolare
Il decreto Mite sul Bonus colonnine elettriche
Inoltre, non devono aver richiesto altri contributi pubblici per le spese oggetto dello stesso decreto del Mite che stanzia i fondi per le colonnine. Non possono avanzare istanza se sono in stato di difficoltà, se sono sottoposte a procedure concorsuali o equivalenti, se sono sottoposte a sanzione interdittive o non sono in regola con la restituzione di somme dovute per revoca di agevolazioni

Le persone fisiche devono essere in regola con gli adempimenti fiscali previsti a loro carico, così come con il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali ed eventuali restituzioni di somme dovute per revoca di agevolazioni. Devono poi avere un volume d’affari non inferiore al valore dell’infrastruttura di ricarica per cui viene richiesto il contributo, come risultante dall’ultima dichiarazione Iva trasmessa all’Agenzia delle Entrate

I professionisti in regime forfetario possono fare richiesta del contributo per un valore dell’infrastruttura non superiore a 20mila euro. Non verranno concessi i contributi a chi ha già fatto richiesta o ricevuto ulteriori agevolazioni per le spese relative a infrastrutture di ricarica e a chi non è in regola con i rimborsi di aiuti richiesti

LE SPESE AMMISSIBILI – Sono ammesse solo le spese soggette a fatturazione elettronica. Tra quelle ammissibili, il decreto del Mite include le risorse impiegate per l’acquisto e la messa in opera delle infrastrutture di ricarica, compresa l’installazione di colonnine, impianti elettrici, opere edili correlate e strettamente necessarie e impianti di monitoraggio

DOMANDE - Le domande, si legge nel decreto, devono pervenire secondo le modalità stabilite dallo stesso. Vanno allegate le descrizioni degli investimenti in abbinamento alla segnalazione dei risultati attesi e alla dichiarazione Iva. Il Mite ha 120 giorni per procedere all’erogazione dei contributi con provvedimenti distinti e in riferimento all’ordine cronologico di ricevimento delle domande e previa verifica e accertamento della congruità della documentazione acquisita. Il termine è uguale per comunicare i motivi ostativi nel caso di insussistenza dei requisiti.

I modelli di domanda verranno definiti con successivi provvedimenti del Mite