Italvolt: faremo una gigafactory a Torino con soldi privati e pubblici

Economia

L'azienda dello svedese Lars Carlstrom - al di là dei dubbi di alcuni - promette di produrre batterie nell'ex stabilimento dell'Olivetti, raccogliendo finanziamenti pubblici e privati

Per produrre tutte le auto elettriche di cui avremo bisogno nei prossimi anni dovremo investire molto nel mercato delle batterie, di cui questi nuovi veicoli sono dotati. In Europa è un settore molto ridotto rispetto a quanto accade in Cina, che spadroneggia nella produzione di batterie.

 

Per recuperare lo svantaggio alcuni gruppi, come Tesla, stanno progettando forti investimenti in Unione Europea. Tra questi c'è anche Italvolt, la newco dello svedese Lars Carlstrom, che promette di aprire una fabbrica di batterie elettriche a Scarmagno (provincia di Torino), sul suolo che ha ospitato lo stabilimento di Olivetti.

 

Carlstrom, intervistato a Sky TG24 Business, ha affermato che la gigafactory sarebbe «una delle più grandi d'Europa», in grado di impiegare fino a 3mila dipendenti e di produrre 45 Gwh di batterie. Guarda nel video un estratto dell'intervista al Ceo di Italvolt. La società ha sottoscritto di recente con Prelios Sgr, gestore del Fondo Monteverdi, un accordo vincolante per l’acquisto di un’area di 1 milione di metri quadrati a Scarmagno, terreno che dovrà essere bonificato. Il prossimo step dovrà essere ottenere i permessi di costruzione per lo stabilimento, che dovrebbe essere progettato dalla divisione Architettura di Pininfarina.

 

L'investimento sulla gigafactory dovrebbe valere attorno a 3 miliardi e mezzo di euro, ma Carlstrom non sembra disporre da solo della liquidità necessaria. Per questo ha infatti dichiarato a Sky TG24 che i fondi arriveranno da tre diversi canali: investitori istituzionali (fondi, private equity, venture capital, etc.), finanziamenti bancari e finanziamenti pubblici. «Tutti fronti su cui sto dialogando con diverse controparti che hanno dimostrato grande interesse» ha detto Carlstrom, aggiungendo che «entro la fine dell’anno è prevista la chiusura di un primo round di finanziamenti da 30 milioni di euro». Parte dei soldi arriveranno inoltre da Britishvolt, fondata dallo svedese nel 2019 e recentemente valutata 1 miliardo di dollari: «il ricavato della vendita della mia quota in Britishvolt» ha detto a Sky TG24 «è stato utilizzato per avviare il progetto Italvolt». Non tutti però sono convinti che Carlstrom ce la possa fare: La Stampa a febbraio ha riportato che il manager ha avuto incarichi in 12 società in Svezia, di cui quattro sono in una procedura concorsuale. Il quotidiano di Torino si è detto anche in grado di dimostrare che il manager non ha dichiarato reddito imponibile negli ultimi cinque anni in Svezia, dove è residente. Carlstrom al tempo rispose con una replica al giornale, affermando che fino al 2019 e per i 5 anni precedenti non ha dichiarato al fisco nessuna entrata perché ha investito il suo patrimonio nei progetti di cui è stato responsabile.

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