Tasse sulla casa, Draghi: nessuno pagherà di più o di meno

Economia

Simone Spina

Il premier esclude nuove imposte sulla prima abitazione e assicura che con la riforma del catasto non ci sarà un maggior carico fiscale. La revisione dei valori degli immobili, utilizzati per calcolare l'Imu e altri balzelli, agita però i partiti

Nessuna stangata sulla casa, ma neanche risparmi in vista. La riforma del valore fiscale degli immobili non avrà un impatto sulle tasche degli italiani. A dirlo a chiare lettere è Mario Draghi: “Tutti pagheranno la stessa cosa, quanto prima. Nessuno pagherà di più, nessuno di meno”.

Saranno quindi riviste le rendite del mattone, cioè il metro in base ai quali si calcolano le tasse, ma queste – assicura il premier – non cambieranno. Si tratterà di un’operazione di tipo statistico, aggiunge Draghi, e ci vorranno anni per rivedere i valori catastali, oggi spesso più bassi dei prezzi di acquisto.  

Se con un tratto di penna, dall’oggi al domani, si adeguasse quanto scritto nei registri con quanto deciso dal mercato, in media ogni proprietario vedrebbe raddoppiare il parametro su cui si quantificano le imposte. Con rialzi, in alcune circostanze, anche di tre volte superiori agli attuali.

Ciò vorrebbe dire che l’Imu sulla seconda casa e l’imposta di registro, quella che si versa quando si compra l’abitazione (anche quella principale), schizzerebbero di oltre il 100 per cento a Roma, come a Milano o a Palermo. Un rischio che, come visto, Draghi esclude, così come l’idea di mettere tasse sulla prima casa.

La riforma comunque agita molti partiti, preoccupati che invece il carico fiscale aumenterà. Per impedire questo effetto insieme alla rivalutazione dei valori delle case bisognerebbe cambiare i livelli di imposizione, in modo che il gettito resti invariato, cioè che il Fisco incassi quanto adesso (circa 40 miliardi di euro l’anno), mentre nuovi denari potrebbero entrare con la lotta all’evasione, che in questo settore vale quasi 6 miliardi.

Secondo le ipotesi circolate, con le nuove regole si terrebbe conto dei metri quadrati dell’appartamento (e non più dei vani) e cambierebbe la classificazione degli immobili. In questo modo, chi abita in centro potrebbe finirebbe per versare all’Erario più di adesso, se la sua casa venisse catalogata come di pregio e non più come economica. Ma, stando alle parole di Draghi, tutto questo non è all’orizzonte.

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