Industriali e sindacati sono in linea di massima d'accordo sull'estensione della certificazione verde per operai e impiegati delle aziende private. Confindustria chiede però che i test siano a carico dello Stato mentre Cgil, Cisl e Uil non vogliono che li paghino i lavoratori. Controlli e sanzioni ancora da definire
Il principale nodo da sciogliere riguarda i tamponi. Chi pagherà i test anti-Covid dei lavoratori se ci sarà l’obbligo del green pass per entrare in fabbrica e in ufficio?
La questione è aperta ma è sintomo di un avvicinamento tra imprese e sindacati, d’accordo in linea di massima sulla necessità della certificazione verde generalizzata nel settore privato (ora serve solo per le mense aziendali), sull’onda di quanto ha intenzione di fare il governo per tutti i dipendenti pubblici e alcune categorie impiegate in settori (come ristoranti e palestre) dove il passaporto vaccinale è già chiesto ai clienti.
L’intesa si ferma però sui costi (oggi ci vogliono dai 15 euro in su per un test rapido in farmacia), da affrontare quando bisognerà verificare se un operaio o un impiegato è contagiato o nel caso in cui non si è vaccinati.
Confindustria non ha intenzione di farsene carico e chiede che sia lo Stato a pagare. "Per noi è fondamentale che il governo decida per un green pass obbligatorio in azienda", ha detto il numero uno degli industriali Carlo Bonomi, che ha aggiunto: "Credo che temporaneamente si possa pensare a un intervento sociale per andare a pagare i tamponi. Non si può pensare che questo costo sia a carico delle imprese”.
La piccola e media industria, rappresentata da Confapi, invece, si rende disponibile a sostenere economicamente i test sui dipendenti e auspica che venga introdotto l’obbligo del vaccino.
Una posizione che soddisfa Cgil, Cisl e Uil, preoccupati che i lavoratori debbano pagare di tasca propria i test, e disponibili a sostenere un eventuale provvedimento che imponga di aver ricevuto il siero. Il timore per tutti è che un’impennata della pandemia possa causare nuove chiusure, frenando la ripresa.
La palla è in mano al governo. Ma se servirà il green pass sorgeranno anche altre questioni: dai controlli alle sanzioni. In questo senso, potrebbe valere quanto deciso per la scuola: insegnanti e altro personale rischiano la sospensione, e di non ricevere lo stipendio, se non hanno il certificato.