Quota 100 scade quest’anno e così pure Opzione donna e altre anticipazioni pensionistiche. Di proposte sul tavolo ce ne sono molte: dai fondi di solidarietà alla cosiddetta Quota 102, ecco quali potrebbero essere le soluzioni alternative
Quota 100 è al capolinea e non verrà rinnovata a partire dal 2022. Stessa cosa vale per Opzione donna e altre anticipazioni pensionistiche. Le opzioni per sostituire l’attuale sistema pensionistico non mancano: ecco quali potrebbero essere le più efficaci secondo Alberto Brambilla, Presidente Itinerari previdenziali, che ne parla sul Corriere della Sera
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Si parte dal presupposto che se la campagna vaccinale si concluderà entro luglio, già da settembre per l’effetto combinato della ripresa delle attività e dei primi stimoli del Recovery Plan, l’occupazione (che nel contempo si è contratta di circa 700 mila unità, 470 mila nel solo 2020), dovrebbe aumentare a partire dalle attività alberghiere, di ristorazione e ricettive in generale
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Secondo Alberto Brambilla, “in queste condizioni sarebbe per lo meno imprudente consentire un pensionamento tipo quota 100 con solo 62 anni di età o come Opzione donna con 58/59 anni considerando un’aspettativa di vita prossima agli 86 anni per le donne e circa 27 anni o più di pensione”
Viene indicata inoltre la necessità di reintrodurre l’originaria flessibilità in uscita prevista dalla riforma Dini-Treu: “Tra salvaguardie, Quota 100, anticipi vari per precoci, Ape sociale e opzione donna, gli scampati alla legge Fornero sono stati 604 mila a fine 2019 cui se ne sono aggiunti altri 170 mila nel 2020”
Dunque, il superamento di Quota 100 dovrebbe prevedere diversi fattori. Tra questi la messa in funzione e l’utilizzo dei cosiddetti fondi di solidarietà per i lavoratori con problemi di salute, familiari a carico da curare, lavori pesanti, in mobilità (la vecchia Ape social) o precoci
Questi fondi bilaterali “sono alimentati già oggi da una contribuzione intorno allo 0,32% della retribuzione lorda (un terzo a carico dei lavoratori) e potrebbero beneficiare di altre contribuzioni attualmente già in essere”
Tra le soluzioni indicate c’è anche la cosiddetta Quota 102: mantenendo i requisiti per la pensione di vecchiaia con 67 anni di età adeguata alla aspettativa di vita e almeno 20 di contribuzione, si potrebbe prevedere un pensionamento flessibile
Così una eventuale Quota 102 permetterebbe il pensionamento “a 64 anni di età anagrafica (indicizzata alla aspettativa di vita) e 38 anni di contributi di cui non più di 2 anni figurativi (esclusi dal computo maternità, servizio militare, riscatti volontari)”
Secondo quanto affermato da Brambilla, “la pensione anticipata dovrebbe essere resa stabile con 42 anni e 10 mesi per gli uomini, un anno in meno perle donne”
Questa dovrebbe inoltre essere “svincolata dalla aspettativa di vita ed eliminando qualsiasi divieto di cumulo tra lavoro e pensione e prevedendo altresì agevolazioni per le donne madri (ad esempio 8 mesi ogni figlio fino a massimo 24 mesi), per i caregiver (un anno) e per i precoci (maggiorando del 25% gli anni lavorati tra i 17 e i 19 annidi età)”
Infine, il superamento di Quota 100 dovrebbe prevedere una soluzione anche per i giovani cosiddetti “contributivi puri”, ovvero quelli riceveranno una pensione commisurata esclusivamente ai contributi versati nella vita lavorativa
In questo caso si tratterebbe di una “integrazione al minimo su valori pari alla maggiorazione sociale (630 euro mese) e calcolati sulla base del numero di anni lavorati”