
Lavoro, dagli ammortizzatori al reddito di cittadinanza: i temi sul tavolo di Orlando
Dopo l’approvazione del decreto Sostegni da parte del Cdm, che ha stanziato 8 miliardi per lavoro e povertà, ecco quali sono i principali dossier. Il ministro pensa a un sistema universale di tutele ma deve registrare la distanza fra le grandi imprese e quelle medio-piccole. Per quanto riguarda il Rdc c'è da tenere conto degli scarsi risultati ottenuti sul piano occupazionale

Dalla riforma degli ammortizzatori sociali al reddito di cittadinanza visto nell’ottica (sin qui quasi totalmente trascurata) della rioccupazione di chi lo percepisce. Sono numerosi i temi sul tavolo del ministro Andrea Orlando dopo l’approvazione del decreto Sostegni da parte del Cdm, che ha stanziato 8 miliardi per lavoro e povertà. Ecco quali sono i principali dossier
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LA RIFORMA DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI - Proprio nel decreto Sostegni è stata inserita una semplificazione per ottenere i sussidi con il flusso Uniemens-Cig. Orlando ha deciso di incontrare tutte le parti sociali. Il governo guidato da Giuseppe Conte aveva nominato un team di esperti, che avevano elaborato un documento non particolarmente apprezzato dal punto di vista dei costi: 20 miliardi nella fase di avvio e transizione, 10 miliardi a regime
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IL PROGETTO DI ORLANDO - Nelle intenzioni di Orlando c’è la realizzazione di un sistema universale di tutele, per tutte le imprese, piccole e grandi. Il ministro vorrebbe includervi anche il mondo dei professionisti

LE INCOGNITE - Ma il progetto del ministro potrebbe incontrare numerose difficoltà: le grandi imprese e l’intera industria versano da anni contributi elevati, altre realtà versano poco o nulla, pur ricevendo prestazioni in deroga. Nodi che sono emersi all’incontro della scorsa settimana fra le parti sociali
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ENTRO L’AUTUNNO - Il governo Draghi si è prefissato un traguardo: revisionare gli strumenti di sostegno al reddito entro l’autunno. Per raggiungere l’obiettivo potrebbero risultare utili le risorse in legge di Bilancio e il nuovo scostamento che l’esecutivo si appresta a varare con la Nadef, circa 10-20 miliardi in più
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COME RILANCIARE LE POLITICHE ATTIVE - Orlando punta anche a rilanciare le politiche attive, con un attenzione particolare all’assegno di ricollocazione, lo strumento che la manovra 2021 ha allargato ai disoccupati in Naspi e ai lavoratori in cassa integrazione

FORMAZIONE E RECOVERY FUND - Decollo delle politiche attive che passa anche dalla formazione col fondo nuove competenze, in testa e dalle risorse in arrivo con il Recovery Fund dall’Ue. Il ministero guidato da Orlando avrà il compito di mettere in piedi le riorganizzazioni con la fine delle misure emergenziali

IL CONTRATTO DI ESPANSIONE - Si profila una riflessione sullo strumento introdotto nel 2019 per le riorganizzazioni aziendali. C’è allo studio la possibilità di un accordo per l’uscita dal lavoro per i lavoratori ai quali mancano 5 anni per i requisiti pensionistici, e conseguentemente per le assunzioni di giovani. La manovra 2021 ha previsto la possibilità di avviarlo per le aziende fino a 250 dipendenti. Il governo Draghi starebbe lavorando a ulteriori modifiche

IL REDDITO DI CITTADINANZA RIFINANZIATO - Il beneficio per le famiglie è stato rifinanziato nel decreto Sostegni con un miliardo di euro poiché si stima che la platea dei percettori possa aumentare tra i 500mila e i 700mila soggetti

REDDITO DI CITTADINANZA E NORMA ANTI-SOMMERSO - Nel decreto Sostegni è stata prevista una norma per evitare che i percettori del Rdc lavorino in nero. I componenti della famiglia beneficiaria possono stipulare uno o più contratti a termine senza che il Rdc venga sospeso a patto che il reddito familiare resti pari o inferiore a 10mila euro. Il Rdc in questo caso viene sospeso fino a un massimo di 6 mesi e alla fine del lavoro non si devono riavviare le pratiche per richiederlo

IL FUTURO DEL REDDITO DI CITTADINANZA - Una parte della maggioranza spinge per una riflessione più ampia sul Rdc, visti gli scarsi risultati ottenuti sul fronte occupazionale. Il ministro Orlando dovrà trovare una via di mezzo per far stare insieme l’aspetto sociale dell’intervento e quello legato alla riattivazione nel mercato del lavoro

L’IPOTESI PRIVATI - Un’ipotesi è quella di aprire definitivamente ai privati, più performanti dei centri per l’impiego per il collocamento dei disoccupati