Ann Herbert, vicepresidente del colosso delle scarpe Nike, è stata costretta alle dimissioni dopo che il figlio 19enne ha iniziato a rivendere modelli rari e molto costosi prodotti dal gigante USA. Guadagnandoci parecchio
Storia di un ragazzo ricco e incauto che è riuscito a “far le scarpe” alla madre. Ann Hebert è vicepresidente e general manager di Nike per il Nord America. Il figlio Joe ha la brillante idea di mettersi a fare il reseller, ossia di rivendere le scarpe, spesso esclusive ed in edizione limitata, a prezzi anche quadruplicati, sui siti internet. Inutile ricordare che il colosso Nike, come moltissime altre grandi società di moda, vestiti, accessori, scarpe, vieta senza eccezione alcuna ai propri dipendenti (a maggior ragione ai top manager) di prendere parte a business legati alla rivendita di scarpe. Scoppia lo scandalo, raccontato dal sito di informazione finanziaria Bloomberg, e Ann Hebert è costretta a dimettersi.
"Mai violate le regole dell'azienda"
Nonostante l’incauto diciannovenne Joe, creatore della società West Coast Streetwear, subito abbia affermato di non aver mai tratto alcun tipo di vantaggio dalla posizione ricoperta dalla madre: nemmeno per un codice sconto, dice il ragazzo. Difesa che fa il paio con quella di Ann, che qualche tempo dichiarò: “Non c’è mai stata alcuna violazione di company policy, conflitto di interessi o passaggio di informazioni, né tantomeno una affiliazione di tipo commerciale tra West Coast Streetwear e Nike”. Tutto inutile: il tam-tam sul web ha fatto il resto, inducendo Hebet a dimettersi. Il figlio, è proprio il cado di dirlo, alla fine gli ha “fatto le scarpe”.