Il primo giorno a Palazzo Chigi, se e quando sarà, che situazione si troverà di fronte Mario Draghi? Quale stato di salute del sistema industriale e lavorativo? A oggi, siamo messi così.
Di solito, a gennaio si elaborano i dati dell’anno appena concluso, e a inizio febbraio si tirano le somme: quelle dell’anno orribile 2020 non riservano soprese positive, sono, senza giri di parole, pessime. Il prodotto interno lordo è crollato di quasi il 9% rispetto al 2019: neanche nella crisi finanziaria di 10 anni fa o nella recessione post boom degli anni ’70 si erano registrati numeri peggiori.
Produzione industriale crollata dell'11,4% nel 2020
La pandemia da coronavirus ha presentato un conto pesante per la nostra industria: la produzione complessiva è calata dell’11,4%. Per un dato peggiore bisogna tornare al crollo globale nel 2009. Tra i diversi settori spiccano il -28,5% registrato da tessile e abbigliamento e il -18,3% delle auto. Abbiamo fatto peggio dei nostri partner europei, specie della Francia che contiene il calo a -5 %.
Sempre meno lavoratori attivi
Il nuovo governo è chiamato a dover fronteggiare anche un mercato del lavoro in grave difficoltà, tenuto artificialmente a galla da quasi un anno di blocco dei licenziamenti, in scadenza il 31 marzo. Nonostante il quale, nell’anno solare sono stati persi 444mila posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione si attesta al 9%, paradossalmente un punto in meno di fine 2019, ma solo perché sono aumentate le persone che un lavoro non lo cercano neanche più, e quindi non vengono conteggiate tra i disoccupati. La percentuale degli italiani attivi è scesa infatti dal 59 al 58% nell’ultimo anno: sommandoli a chi è in cerca di lavoro, si arriva al 67%: vuol dire che esattamente un terzo della popolazione è inattivo, vuoi perché pensionato, vuoi perché vive di sussidi.
Cerved: rischio fallimento per 115mila imprese
E l’onda lunga del 2020 rischia di sommergere anche il nuovo anno: secondo uno studio del Cerved, 115mila imprese sono ad alto rischio fallimento, il tasso di pericolo di insolvenza è salito dal 4,5 al 6%, un terzo in più.