Coronavirus e acquisti online, da gennaio a oggi consumi triplicati rispetto al 2019

Economia

Daniele Semeraro

Dai primi dati sull’e-commerce presentati al termine della “fase 1” della crisi emerge “un salto evolutivo verso il digitale” di 10 anni, con 2 milioni di nuovi consumatori in più rispetto allo scorso anno e nuove opportunità anche per i piccoli commercianti

Che il commercio elettronico possa essere un tassello per una nuova rinascita dalla crisi economica dei piccoli commercianti? Forse sì, considerato che da gennaio ad oggi i consumatori online in Italia sono triplicati, stando ai dati presentati al Netcomm Forum Live, principale fiera dell’e-commerce organizzata dal Consorzio del Commercio Digitale Italiano. Nonostante, aggiungiamo noi, nelle prime settimane di emergenza sia stato spesso difficile accedere ai servizi online dei grandi e piccoli distributori, che hanno dovuto fare i conti con una mole inaspettata di richieste, con il personale spesso ridotto (EMERGENZA CORONAVIRUS, TUTTI GLI AGGIORNAMENTI).

 

Due milioni di nuovi consumatori

 

Stando ai dati, dall’inizio del 2020 ad oggi sono 2 milioni i nuovi consumatori in Italia, a fronte dei 700mila registrati nello stesso periodo dello scorso anno. Tra i settori che sono cresciuti di più figurano la cura degli animali domestici (+154%), i cibi freschi e confezionati (+130%), i prodotti per la cura della casa (+126%) e della persona (+93%). “Il commercio elettronico - spiega a Sky TG24 Roberto Liscia, presidente di Netcomm - è diventato una valvola di salvezza che ha portato nelle nostre case molti prodotti che altrimenti sarebbero stati di difficile approvvigionamento. E questo ha modificato le abitudini anche del piccolo dettaglio, dal verduriere al ristoratore al fiorista, che si sono organizzati in pochissimi giorni con le consegne a domicilio di prodotti comprati o con tecniche ‘tradizionali’ telefoniche o addirittura con siti di e-commerce approntati in pochissimo tempo”.

 

Cambiano le modalità di spesa e consegna

 

Grande successo negli ultimi mesi per la modalità di spesa “click&collect”, cioè la possibilità di scegliere i prodotti online e ritirare le buste già pronte in negozio, cresciuta dal 349 per cento in un anno. Un metodo utilizzato sia nella grande distribuzione (permette di ritirare la spesa sulla soglia del negozio senza fare le lunghe file per entrare, evitando anche i contatti con altri clienti) sia dai piccoli negozianti. “Stiamo assistendo - continua Liscia - a un’evoluzione inaspettata dei modelli di consumo degli italiani e ci aspettiamo che il ‘click&collect’ nei prossimi mesi diventerà un'abitudine sempre più consolidata poiché consente flessibilità, adattamento alle esigenze di mobilità e distanziamento sociale”.

 

La “rivincita” dei piccoli esercizi

 

Se secondo le associazioni di categoria un’azienda commerciale su cinque rischia di non riaprire in seguito all’emergenza le piattaforme web hanno dimostrato come il commercio elettronico di carattere locale sia stato in molti casi vincente, riuscendo a collegare il piccolo negoziante con il cliente abituale anche in centri che fino a poche settimane fa non avrebbero immaginato di poterne beneficiare. Un modello, definito del “proximity commerce”, che permette l’integrazione tra i grandi operatori del commercio elettronico e i piccoli negozianti che - certo non a costo zero - possono usufruire di piattaforme di logistica e di delivery. “In questi giorni - spiega Valentina Pontiggia, direttore dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm del Politecnico di Milano - tra le poche certezze c’è la vicinanza, e il digitale ha dimostrato per tanti di essere l’unica e preziosa occasione per mantenere viva una relazione con i propri consumatori”. L’e-commerce dunque potrebbe svolgere un ruolo fondamentale per la ripresa del commercio e dei consumi?

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