Secondo i dati dell’Istituto di Statistica, il calo su base annua sarà del 4,8%: "L'Italia risente degli ostacoli posti dall'emergenza Coronavirus". Flessione mai così grave, giù tutte le componenti produttive
Il coronavirus pesa sull'economia italiana. Secondo l'Istat, nel primo trimestre dell'anno, il Pil è infatti calato del 4,7% rispetto al trimestre precedente. Registrato poi un calo del 4,8% sullo stesso periodo dello scorso anno. L'istituto, inoltre, fa sapere che la variazione del Pil acquisita per il 2020 dal dato del primo trimestre è di -4,9%, precisando come questa percentuale di poco inferiore al 5% è il risultato che si avrebbe in assenza di ulteriori variazioni fino a fine anno. Istat spiega poi che il dato è corretto per gli effetti di calendario ed è destagionalizzato (GLI AGGIORNAMENTI SUL CORONAVIRUS - LO SPECIALE - GRAFICHE).
"Stime che risentono del Coronavirus"
La stima preliminare del Pil, rileva l’Istat, "risente degli ostacoli posti dall'emergenza sanitaria in corso alla raccolta dei dati di base, che costituiscono l'input per l'elaborazione dei conti nazionali". Inoltre, viene precisato che "sono state sviluppate azioni correttive che ne hanno contrastato gli effetti statistici e hanno permesso di elaborare e diffondere i dati relativi al primo trimestre 2020. Come di consueto, la stima rilasciata sarà oggetto di revisione nelle prossime diffusioni. Tali revisioni potrebbero essere di entità superiore alla norma".
Una flessione mai così grave
Secondo quanto comunicato dall’Istituto di Statistica, la flessione del Pil "è di un’entità mai registrata dall'inizio del periodo di osservazione dell'attuale serie storica che ha inizio nel primo trimestre del 1995". "Il Pil ha subito una contrazione di entità eccezionale indotta dagli effetti economici dell'emergenza sanitaria e dalle misure di contenimento", si precisa. La variazione congiunturale del Pil italiano nel primo trimestre "è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutte le principali componenti produttive. Dal lato della domanda, vi sono ampi contributi negativi sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta". Il primo trimestre del 2020, inoltre, ha avuto lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al primo trimestre del 2019.