Il presidente americano annuncia che da venerdì saliranno dal 10% al 25% le tariffe su 200 miliardi di prodotti cinesi: le trattative vanno avanti "troppo lentamente", secondo il tycoon. Affondano Shanghai e Shenzhen, perde il petrolio a New York. Male anche le europee
L'annuncio di Donald Trump sull'aumento dei dazi americani sui prodotti cinesi ha effetti dirompenti sui mercati: affondano i future a Wall Street, perde il petrolio, in forte calo Shanghai e Shenzhen e anche le altre Borse asiatiche. Le trattative fra Stati Uniti e Cina, secondo i tweet del tycoon, vanno avanti ''troppo lentamente'' e per questo motivo da venerdì, minaccia il presidente degli Usa, saliranno dal 10% al 25% i dazi americani su 200 miliardi di prodotti "Made in China". La delegazione cinese, comunque, "si sta preparando per andare negli Usa" per il nuovo round negoziale sul commercio dell'8 maggio. Lo fa sapere il portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang, augurandosi che "Usa e Cina possano trovare una soluzione a metà strada".
Gli effetti sui mercati
Le minacce di Trump hanno subito conseguenze sui mercati con i future sugli indici azionari statunitensi che sono scivolati di circa il 2%. Il petrolio a New York cala di oltre il 2%: il Wti perde il 2,3% e si riavvicina ai 60 dollari al barile (60,4) mentre il Brent perde il 2,29 a 69,2 dollari. Le Borse asiatiche affondano: l'indice Composite di Shanghai crolla del 5,58%, mentre quello di Shenzhen sprofonda del 7,38%, dopo aver sfiorato la perdita record a -8%. Hong Kong a -3,2%, in rosso anche Mumbai (-0,8%). Lo yuan cinese cala di 58 punti base sul dollaro dopo che la Banca centrale cinese ha fissato la parità bilaterale a 6,7344 con il riaccendersi della guerra dei dazi. Anche la Borsa di Milano apre in netto calo, in scia con l'Asia. Il primo indice Ftse Mib cede il 2,05%. Male pure le altre europee: Francoforte (-1,94%), Parigi (-1,77%) e Madrid (-1,6%). Chiusa Londra per festività.
La strategia di Trump
Quella del presidente statunitense sembra essere una strategia per forzare le trattative commerciali che dovrebbero avere un momento cruciale per un accordo nei prossimi giorni, quando è previsto l'appuntamento a Washington con il vicepremier cinese Liu He, il principale inviato commerciale del presidente cinese Xi Jinping. I piani originari vedrebbero Liu a capo di una delegazione di 100 persone per quelle che, prima della minaccia di Trump, erano considerate le battute finali del negoziato. Per alcuni osservatori, tuttavia, la mossa del tycoon, anche se a sorpresa, altro non sarebbe che il monito a Pechino perché Liu non si rechi negli Usa "con offerte vuote".
Come si muove la Cina
Geng, parlando nel corso della conferenza stampa, dopo le minacce di Trump, ha aggiunto che Pechino "sta tentando di acquisire più informazioni" in merito all'annuncio fatto dal presidente americano. Alla domanda se il vicepremier Liu He, a capo del dossier sul commercio e plenipotenziario sul capitolo economico del presidente Xi Jinping, avrebbe guidato anche questa volta la delegazione, il portavoce si è limitato a dire che "un team cinese" si stava preparando per la trasferta negli Usa al fine di avere "i colloqui commerciali".