I piani del governo M5s-Lega sull'e-commerce: si punta sulla tracciabilità

Economia

Per la maggioranza, bisogna sapere da dove arrivano i prodotti. Ms5: la proposta sugli orari degli esercizi commerciali non contiene norme sul settore e-commerce e non è mai stato preso in considerazione alcun prezzo unico per i siti di vendita online

La Lega e il Movimento 5 stelle vogliono intervenire sulle regole del mercato dell’e-commerce, anche in tempi brevi. I prodotti in vendita sul web dovranno essere tracciati: bisognerà sapere da dove arrivano, dove vengono confezionati e si ipotizzano politiche fiscali ad hoc.

Le idee del governo giallo-verde

Nella maggioranza assicurano che il lavoro per regolare il mondo dell'e-commerce si sta portando avanti in raccordo con l'esecutivo che dovrà lavorare, in Europa, per evitare che in alcuni Paesi le piattaforme di vendita più famose al mondo, come Alibaba, Amazon e E-Bay, possano godere di vantaggi a livello fiscale che poi si tramutano in prezzi più bassi da offrire sul web. L'obiettivo del governo giallo-verde è, perciò, di tracciare le merci che vengono vendute su internet, non per frenare la corsa all'e-commerce, ma per varare regole che siano uguali per tutti. La maggioranza sta pensando di introdurre la piattaforma Blockchain, con un sistema di algoritmi con il quale mappare tutti i siti di vendita online. Un altro obiettivo è quello di intervenire sulle catene di distribuzione e sui magazzini di cui le piattaforme online si servono sul territorio italiano. Il tutto per proteggere il Made in Italy, salvaguardare le imprese italiane e i consumatori. E creare una piattaforma unica sul web proprio del Made in Italy.

La denuncia di M5S e Lega

Uno dei rischi dell’e-commerce infatti, secondo Lega e M5S, è quello di distruggere i prodotti italiani. "Spesso questi siti - ha denunciato la maggioranza - sono collegati a società fittizie all'estero che usufruiscono di agevolazioni sull'Iva al contrario delle imprese italiane”. L’idea è di agire, quindi, anche quando si avvierà nell’Aula della Camera dei deputati la discussione sulla Web tax. Lega e M5s hanno avvertito anche sulla difficoltà di un intervento ad hoc a livello normativo che potrebbe andare incontro a misure anti-costituzionali e a uno stop dell’Unione Europea. Il pentastellato Massimiliano De Toma, però, ha spiegato che “la volontà è di andare fino in fondo” affinché l'e-commerce sia un vantaggio anche per i piccoli negozi.

La proposta della Lega sui libri

Il deputato leghista Daniele Belotti, ha poi presentato alla Camera una proposta di legge per porre una stretta alla "svendita" e agli "sconti" sui libri sulle piattaforme tipo Amazon. La misura sarebbe un sostegno ai piccoli librai e alle librerie indipendenti messe in ginocchio “dalla concorrenza delle grandi catene e degli store online, che vendono i libri notevolmente scontati”. Nella proposta di legge si osserva che “le grandi società che distribuiscono libri nelle proprie catene possono beneficare di utili del 90% sui libri che vendono e non del 30% come le piccole librerie e quindi possono permettersi di applicare gli sconti". Per questo motivo il partito di via Bellerio propone di modificare la legge Levi, che prende il nome del presidente della Associazione Italiana Editori, del 2011 e ridurre non più al 15% ma al 5% il tetto massimo per gli sconti. Questo permetterebbe una stretta per i siti che vendono i libri online, sul modello di quanto accaduto in Francia. Inoltre si introdurrebbe il divieto "di effettuare svendite di libri a catalogo" e si affiderebbe "alle autorità preposte, quali la Polizia postale e la Guardia di finanza" il controllo delle vendite online.

Le prime proposte in Commissione Attività produttive della Camera

Alcune idee messe a punto dalla maggioranza giallo-verde potrebbero essere inserite nel progetto di legge che giovedì 7 febbraio sarà spedita in Commissione Attività produttive della Camera sulle chiusure domenicali per gli esercizi commerciali.

 

La precisazione del M5s

Il deputato Massimiliano De Toma, tra i relatori del testo in commissione Attività Produttive che disciplina gli orari di apertura degli esercizi commerciali che a breve approderà in Aula, in merito a questo articolo (e al relativo lancio Agi su cui si basava) ha precisato  che “non è mai stato nemmeno pensato un prezzo unico online. Sappiamo benissimo infatti che i prezzi vengono determinati dal mercato pertanto è un errore quanto riportato nell'articolo mal interpretando gli obiettivi di questo Governo, che mira alla tracciabilità dei prodotti a garanzia di una maggior trasparenza e un maggior controllo fiscale nel mondo delle vendite online. Inoltre la proposta sugli orari degli esercizi commerciali, presto in Commissione X alla Camera, non riguarda l’e-commerce. Ovviamente terremo conto di alcune componenti di criticità nella disciplina del commercio dettate, ad esempio, dalle varie forme di vendita su internet, anche per un'attenta analisi da effettuare a seguito dell'approvazione del provvedimento.
Quello che sostengo sempre è stesso mercato stesse regole: l' e-commerce deve essere un vantaggio anche per i piccoli negozi e non un danno. Per questo andremo avanti anche sul versante della web tax per ristabilire un po’ di equità sociale andando a tassare le imprese tech con fatturati eccezionali che fanno ricavi nel nostro Paese e poi portano miliardi di euro nei paradisi fiscali. Ma, ribadisco, la proposta sugli orari degli esercizi commerciali non contiene norme sul settore e-commerce e non è mai stato preso in considerazione alcun prezzo unico per i siti di vendita online”.

 

 

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