Il colloquio in futuro potrebbe essere con i robot!

Economia

Mariangela Pira

Finanza & Dintorni

Non sto scherzando. I prossimi colloqui potremmo farli con un robot. Ve ne parlo oggi nel blog.

Leggiamo spesso di come i robot sostituiranno le persone nel mondo del lavoro. Alcune stime prevedono che solo negli USA i posti di lavoro persi a favore dell'automazione potrebbero essere un milione nei prossimi dieci anni. C'è anche però chi prevede che con l'intelligenza artificiale nasceranno nuovi posti di lavoro, più numerosi di quelli che scompariranno.  

Cosa accadrà, per esempio, nelle risorse umane?

Le aziende utilizzano sempre più la robotica per velocizzare il processo di assunzione. Stando a quanto riporta CNBC quasi tutte le 500 società della classifica Fortune (quindi le società più importanti al mondo) utilizzano un tipo di automazione per migliorare il lavoro di reclutamento. C'è, ad esempio, una piattaforma di assunzione che si chiama Triplebyte che lo fa a tempo pieno per giganti della tecnologia come Apple e Coinbase. Utilizza programmi di intelligenza artificiale per testare le fasi iniziali di colloqui con ingegneri del software, che poi vengono abbinati alle posizioni più rilevanti rispetto alle loro abilità. Il tasso di inserimento lavorativo attraverso Triplebyte è del 40%, contro una media dell'industria del 20%. Oltre a questa società una pletora di start-up tecnologiche stanno costruendo algoritmi per aiutare le aziende a migliorare il loro processo di reclutamento, inclusi strumenti quali  - per esempio - i colloqui automatizzati.  

Mi dicono che se usati in modo appropriato, gli strumenti di intelligenza artificiale in fase di colloquio possono aiutare a ridurre o a eliminare i pregiudizi (stando ad uno studio della società di risorse umane Randstad, il 91% dei candidati americani sostiene che la tecnologia ha reso più efficiente la ricerca di un lavoro n.d.r). O forse l'efficacia dei reclutatori-umani sta diminuendo perché si cerca lo stesso tipo di persone?

Probabilmente, anche se io credo che il confronto umano abbia ancora quel quid in più che ai robot manca e mancherà. 

 

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