Può essere la spinta che il mercato dell’auto aspetta per far entrare nella testa degli italiani che “elettrico” si può. A patto, però, che tutti facciano la loro parte
La scossa, perdonate il gioco di parole, si chiama Smart EQ ed è la versione totalmente elettrica che sostituirà tutti i modelli del marchio a partire dal 2020. A metà 2019 la casa smetterà di produrre veicoli a benzina e diesel per puntare tutto sulla modalità “green”. E si tratta di una scommessa importante per un mercato come quello italiano che per Smart occupa il primo posto per vendite nel mondo.
E la versione elettrica regala le stesse sensazioni di quelle più amate dagli italiani, romani e milanesi in primis. Brillantezza, maneggevolezza e, in più, il confort di viaggiare nel silenzio più assoluto. Un’autonomia, dichiarata, di 160 km, ma nel nostro tour tra le strade della Toscana, non in città che è il suo habitat naturale, ne abbiamo realmente percorsi 120 tra sorpassi e aria condizionata sempre accesa. Di serie avrà in dotazione una wall box,per intenderci una colonnina di ricarica con consegna e installazione comprese nel prezzo e che consentirà di ricaricare l'auto in un'ora al massimo.
Ecco, quando dicevamo all’inizio che tutti facciano la loro parte, intendiamo questo. Che l’elettrico può essere realmente il futuro della mobilità in Italia solo se, insieme alle case, ci siano un operatore del settore e una capillare presenza di infrastrutture sul territorio per evitare la cosiddetta “ansia da ricarica”. Al momento in Italia, secondo i dati dell’Osservatorio europeo per i carburanti alternativi, sono presenti 3.124 punti di rifornimento elettrico, normali e veloci. Il 14 per cento rispetto allo scorso anno, ma ancora troppo pochi.
Serve un piano di azione, come quello lanciato da Enel che promette da qui al 2022 14mila colonnine presenti in tutte le regioni, isole comprese. Ma insieme a questo servono politiche di incentivi da parte del governo per l’acquisto di veicoli elettrici da una parte, ma anche tariffe speciali da parte degli operatori del settore per dare la possibilità di installare colonnine di ricarica elettrica anche all’interno dei parcheggi all’interno dei condomini. Perché l’equazione è semplice, senza una capillare presenza di colonnine difficilmente l’auto elettrica potrà prendere piede in Italia, dove le percentuali di vendita sono dell’0,24 per cento sul totale dei veicoli.
Perché quello che preoccupa realmente il potenziale acquirente non è tanto il prezzo di un auto elettrica, nel caso di Smart parliamo di un range che va dai 24 ai 27mila euro, ma l’affidabilità e la ricarica della rete di ricarica. L’anno del contatto era il titolo di un film, il 2020 è dietro l’angolo, e se non si comincia adesso a livello governativo a metterci mano, la storia dell’elettrico in Italia resterà fantascienza.