Il "Decreto Dignità" abolisce da subito per i professionisti questo particolare regime, mediante il quale l’Iva sugli acquisti di beni e servizi effettuati dalle pubbliche amministrazioni dev'essere versata dalla PA e non dal fornitore
Il Consiglio dei ministri ha varato il "Decreto dignità". Il provvedimento prevede, tra le altre cose, l'abolizione immediata dello split payment (o scissione dei pagamenti), ma solo per i professionisti. Lo split payment è un particolare regime Iva per cui l'imposta sugli acquisti di beni e servizi effettuati dalle pubbliche amministrazioni deve essere versata dalle PA stesse e non dal fornitore. Ecco come funziona e cosa cambia con il decreto varato dal Governo.
Cos'è lo split payment
Lo split payment consiste nella scissione dei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione. In pratica, sono le stesse amministrazioni che acquistano beni o servizi a versare direttamente all'erario l'imposta sul valore aggiunto addebitata in fattura e non i fornitori. Questi ultimi ricevono quindi il pagamento della propria prestazione al netto dell'Iva. Questo provvedimento è stato introdotto nel 2014 con la legge 190, inserito nella Legge di Bilancio del 2015 e, successivamente, modificato dalla manovra del governo Gentiloni. La misura era stata pensata per limitare le frodi in ambito Iva e l'evasione fiscale.
Come funziona
A livello pratico, le fatture di beni o servizi, oltre a contenere tutte le indicazioni previste dalla legge, devono comprendere anche un'apposita dicitura: "Scissione dei pagamenti ovvero split payment ai sensi dell’art. 17-ter del D.P.R. n. 633/1972". Nel caso non compaia, si può incorrere in una sanzione amministrativa che va dai mille agli 8mila euro. Nonostante sia la PA a farsi carico del versamento dell'Iva all'erario, poi, la qualifica di debitore dell'imposta in relazione al bene o servizio prestato resta in capo al fornitore. Ciò comporta l'obbligo, per quest'ultimo, di registrare le fatture nel registro Iva delle parcelle emesse.
A chi si applica
Questo regime Iva si applica alle amministrazioni ed enti pubblici destinatari delle norme in materia di fatturazione elettronica il cui elenco completo è disponibile sul sito internet del ministero dell’Economia e delle finanze ed è pubblicato in Gazzetta Ufficiale entro il 30 settembre di ogni anno. A partire dal primo luglio del 2017, l'elenco si è allargato alle società controllate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, dai ministeri e dagli enti territoriali (Regioni, Città metropolitane, Comuni e Unioni di comuni) e alle società quotate. Dal primo gennaio 2018, poi, lo split payment si applica anche quando la controparte della cessione di beni o servizi è costituita da enti pubblici economici nazionali (regionali e locali), fondazioni partecipate da amministrazioni pubbliche, società controllate direttamente o indirettamente da qualsiasi tipo di amministrazione pubblica e quelle partecipate per una quota non inferiore al 70% da qualsiasi amministrazione pubblica o società assoggettata allo split payment.
Split payment e professionisti
Nell'elenco erano compresi anche i professionisti che fornivano beni o servizi alla Pubblica amministrazione. Con l'entrata in vigore del Decreto dignità, però, lo split payment verrà abolito, solo per loro, a partire da subito.