Disoccupazione giovanile: a marzo ai minimi da fine 2011

Economia
Foto d'archivio Ansa
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Secondo l'Istat, la quota di giovani senza lavoro è scesa al 31,7%. Si registra anche un aumento del numero degli occupati totali (+62mila), spinto soprattutto dagli under 35. Crollano gli inattivi, il cui tasso tocca un minimo storico

Il tasso di disoccupazione tra i giovani tra i 15 e i 24 anni è calato a marzo toccando il picco più basso da dicembre 2011. Lo rivelano i dati Istat, secondo cui il tasso di giovani senza lavoro è sceso al 31,7% calando di 0,9 punti percentuali rispetto a febbraio. A livello generale il tasso di disoccupazione a marzo rimane stabile all'11,0% e continua a viaggiare sui livelli più bassi dal settembre del 2012 ma sopra di 5 punti percentuali rispetto ai valori pre-crisi. Aumenta però la stima delle persone in cerca di occupazione, che registra su base mensile un aumento dello 0,7% (+19mila). Nell'arco di un anno, invece, i disoccupati risultano ancora in calo, attestandosi a 2 milioni 865mila (-4,0%, -118 mila).

Inattività al minimo, occupazione mai così alta dal 2008

Il tasso di inattività - la quota di persone che non hanno un lavoro né lo cercano - tocca a marzo un minimo storico scendendo al 34,3%. Non era mai stato così basso dall'inizio delle serie storiche del 1977. Il numero si riduce di oltre 100mila unità in solo mese. Per il tasso di occupazione, salito di 0,2 punti su febbraio, si registra con il 58,3%, il livello più alto da ottobre del 2008. Il numero degli occupati si attesta così a 23 milioni 134 mila, il massimo da luglio sempre del 2008.

62mila occupati in più a marzo, spinta da under 35

A marzo la stima degli occupati continua a crescere e fa segnare un aumento dello 0,3% rispetto a febbraio, pari a 62mila persone. L’Istat aggiunge che l'aumento maggiore si registra per i giovani 15-34enni, corrispondente a 68mila persone. Quanto alla tipologia di rapporto di lavoro, c'è "una ripresa degli indipendenti (+56mila), che recuperano in parte la diminuzione osservata nei primi due mesi dell'anno e, in misura più lieve, dei dipendenti a termine (+8 mila), mentre restano sostanzialmente stabili i permanenti (-2mila)".

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