Ilva, trattativa arenata su salari. Operai pronti a nuova protesta

Economia
Il ministro Calenda e il Ceo Aditya Mittal, protagonisti dello scontro sull'Ilva

Il gruppo acquirente promette: ci occuperemo seriamente di lavoro nella gestione del colosso dell’acciaio. Ieri il ministro Calenda ha rinviato il Tavolo giudicando “irricevibile” la proposta di ArcelorMittal, che vorrebbe 4mila esuberi. Landini: “Cdp entri in società”

Dopo lo sciopero e lo stop imposto dal ministro Calenda alla trattativa, sulla vicenda Ilva è intervenuto Aditya Mittal, il Ceo europeo del gruppo ArcelorMittal, acquirente del colosso dell’acciaio che ha annunciato un piano da 4mila esuberi. 

Le parole di Mittal

"La sfida di gestire Ilva non è facile, ma sono giovane e sono qui per rimanere a lungo termine”, ha detto l'ad Europa dell’azienda Aditya Mittal a Cernobbio, spiegando che l'azienda che il suo gruppo controlla all'85% "ha sofferto moltissimo negli ultimi anni dal punto di vista della produzione e ha sofferto la comunità per negligenze ambientali, noi vogliamo migliorare queste condizioni". Poi l'assicurazione: ci occuperemo seriamente di lavoro: “Occorre gestire correttamente il rapporto con tutti gli stakeholder, l’industria dell'acciaio è strategica ed è molto importante per una comunità perché ha un impatto sull'ambiente e sull'occupazione molto rilevante e noi ci prendiamo questa responsabilità molto seriamente". Mittal ha aggiunto che l'Ilva è "tra le acciaierie in Europa con la posizione migliore" è con "un porto di altissima qualità", che ha una "connessione marittima diretta con il Porto di Genova" è con una "ubicazione ideale".

Landini: Cdp entri nella società come garanzia 

Sulla questione Ilva è intervenuto anche il segretario confederale Cgil Maurizio Landini, che in un’intervista a La Stampa ha detto che "il piano presentato" per l'Ilva "non è sostenibile" e "al governo chiediamo di fare fino in fondo la sua parte: come ha fatto Macron e come hanno fatto Germania e Stati Uniti, il governo deve difendere gli interessi del Paese. Che in questo momento sono anche avere un'industria siderurgica degna di questo nome". Landini si è detto favorevole all’ipotesi che Cassa Depositi e Prestiti entri nella compagnia: “Sarebbe molto importante, anche come elemento di garanzia degli investimenti e di chiarezza sugli impegni”.

Ieri la presa di posizione di Calenda

Nella giornata di ieri era previsto un incontro tra le parti ma il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ha aggiornato il Tavolo Ilva a data da destinarsi giudicando 'irricevibile' la proposta ArcelorMittal e facendo sapere alla società che non è accettabile aprire il confronto senza garantire le condizioni salariali e contrattuali. I vertici di ArcelorMittal si sono detti "sconcertati" dalla decisione.

Calenda: "Ripartire dall'accordo di luglio"

Calenda ha chiesto di "ripartire dall'accordo di luglio, dove si garantivano i livelli retributivi. Se non si riparte da quell'accordo la trattativa non va avanti”. Dalle 7 di lunedì mattina, per 24 ore, le acciaierie di Taranto e Cornigliano hanno scioperato contro il piano di 4mila esuberi, sui 14.200 addetti totali del gruppo Ilva, con 3.330 in eccedenza a Taranto. Sindacati e lavoratori sono inoltre preoccupati che possano essere azzerate le attuali posizioni. Il che significa rinunciare ad una serie di voci integrative della retribuzione, quantificate mediamente nell’ordine del 20 per cento, vale a dire tra i 6 e i 7mila euro annui a testa.

Economia: I più letti