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Fincantieri, Calenda avverte: "Italia non arretra di un millimetro"

Economia
Carlo Calenda in una foto d'archivio (Ansa)

Il ministro dello Sviluppo Economico ha ricordato che alla decisione presa dalla Francia sui cantieri Stx non si risponde "nazionalizzando Telecom". Faccia a faccia a Roma, l’1 agosto, con Padoan e il ministro dell’Economia francese Le Maire

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"Il punto del governo italiano è: non c'è verso che noi accettiamo il 50%, ovvero meno di quello che avevano i coreani. È una questione di rispetto e dignità, non ci muoviamo di un millimetro e non lo faremo martedì". È questa la strategia esposta dal ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, sulla questione Fincantieri, dopo che i francesi hanno deciso di esercitare il loro diritto di prelazione e nazionalizzare i cantieri navali Stx di Saint-Nazaire

Calenda: "Non rispondiamo nazionalizzando Telecom" 

Intervenendo all’iniziativa di Forza Europa, Calenda ha ricordato che alla mossa della Francia su Fincantieri-Stx "non si risponde nazionalizzando la Telecom, perché a una fesseria non si risponde con una fesseria più grossa". Parigi vuole una presenza paritaria di Italia e Francia nel capitale degli storici cantieri navali di Saint-Nazaire, acquistati al 66,66% dal colosso navalmeccanico italiano attraverso il Tribunale di Seul, ai tempi della presidenza di François Hollande. Ma, dopo la decisione presa dai francesi, sono inziate le polemiche. Il ministro dell'Economia Bruno Le Maire aveva commentato: "Questo farà bene alla Francia perché deve capire che nazionalizzare è sbagliato". Mentre il presidente Emmanuel Macron, in una telefonata al premier Paolo Gentiloni, aveva ribadito che quella trovata è una "soluzione transitoria". 

Il confronto dell'1 agosto

Un confronto vero e proprio sul tema è atteso per l’1 agosto, quando Le Maire sarà a Roma per incontrare il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e anche Calenda: "Sono amici", aveva ricordato negli scorsi giorni il francese, "poi ognuno difende legittimamente gli interessi del proprio Paese. Loro vogliono un controllo più stretto, noi pensiamo che 50-50 ci sembrava un buon accordo. Questo fa parte dei negoziati, fa parte della vita".