Istat: in Italia 4,5 milioni di persone vivono in “povertà assoluta”

Economia
Foto d'archivio (Ansa)

Il dato, relativo al 2015, emerge dal rapporto “Noi Italia” dell’Istituto di statistica. Rispetto al 2014, peggiorate soprattutto le condizioni delle famiglie con quattro componenti. Italia penultima nell’Ue per tasso di occupazione

La povertà assoluta in Italia, nel 2015, coinvolgeva il 6,1% delle famiglie residenti. Vale a dire 4 milioni e 598 mila individui. È quanto emerge dal rapporto dell’Istat “Noi Italia”. I valori, secondo l’Istituto di statistica, sono stabili rispetto al 2014, sia per l'incidenza di povertà assoluta sia per quella relativa.

Il 10,4% dei nuclei famigliari italiani è relativamente povero

Rispetto al 2014, sono peggiorate soprattutto le condizioni delle famiglie con quattro componenti (dal 6,7% al 9,5%). Il 10,4% dei nuclei familiari italiani è relativamente povero. 

Lavoro: Italia penultima Ue per tasso occupazione 

In Italia sono occupate poco più di sei persone su dieci, tra i 20 e i 64 anni. È il dato peggiore nell'Unione europea, ad eccezione della Grecia. I numeri si riferiscono al 2016 e pongono in evidenza un forte squilibrio di genere: 71,7% di uomini occupati contro il 51,6% delle donne. Si registra, inoltre, una grande differenza territoriale: 69,4% di lavoratori al Centro-Nord e 47% nel Mezzogiorno. Il tasso di disoccupazione dei giovani nella fascia 15-24 anni scende al 37,8% nel 2016, con 2,6 punti percentuali in meno rispetto al 2015. Il record negativo si registra nel Mezzogiorno (51,7%), soprattutto in Calabria. Qui oltre un giovane su due è senza lavoro. Nell'Ue, invece, la condizione dei giovani rimane particolarmente critica in Grecia, Spagna e Croazia, Paesi che, insieme al nostro, presentano valori dell'indicatore all'incirca doppi rispetto a quello medio europeo che si attesta al 20,4% (nel 2015).

 

<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="it" dir="ltr">Tasso di occupazione 20-64anni al 60,5%, Italia al penultimo posto davanti alla Grecia <a href="https://twitter.com/hashtag/NoiItalia2017?src=hash">#NoiItalia2017</a> <a href="https://twitter.com/hashtag/istat?src=hash">#istat</a> <a href="https://t.co/X484i59vPs">https://t.co/X484i59vPs</a> <a href="https://t.co/QAHVyfEHRV">pic.twitter.com/QAHVyfEHRV</a></p>&mdash; Istat (@istat_it) <a href="https://twitter.com/istat_it/status/852827094790819840">14 aprile 2017</a></blockquote>
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Pil italiano procapite sotto la media Ue

Anche sul livello del Pil procapite l’Italia rimane sotto la media europea. Misurato in standard di potere d'acquisto, il dato risulta inferiore del 4,5% rispetto a quello medio dell'Ue, ed è più basso di quello di Germania e Francia. Superata, invece, la Spagna.  

Nel 2016 italiani più soddisfatti delle condizioni economiche

Nonostante i dati negativi su povertà e lavoro, nel 2016, la quota di persone soddisfatte per la propria situazione economica è stata del 50,5%. Il dato risulta in aumento per il terzo anno consecutivo e a crescere sono soprattutto coloro che si dichiarano "abbastanza soddisfatti”. L’aumento più significativo al Centro-Nord (56,4%). 

Cala il peso del fisco, ma peggio dell’Italia c'è solo la Francia

Nel 2016, la pressione fiscale in Italia è scesa al 42,9%, in riduzione di 0,7 punti percentuali dal massimo del biennio 2012-2013. Ma il nostro Paese rimane fra quelli con i valori più elevati, seconda solo alla Francia. Per quanto riguarda la spesa pubblica, lo Stato nel 2015, ha speso circa 13,6 mila euro per abitante: un valore in linea con quello medio dell'Ue. 

Il 23,3% della spesa sanitaria totale a carico famiglie

Nel 2014, la spesa sanitaria pubblica si è attestata attorno ai 2.400 dollari procapite, a fronte degli oltre 3mila spesi in Francia e dei 4mila in Germania. Le famiglie hanno contribuito alla spesa sanitaria complessiva per il 23,3% e la quota è in leggero aumento. Il tasso di mortalità infantile, importante indicatore del livello di sviluppo e benessere del Paese, continua a diminuire in Italia, e, nel 2014, è stato tra i valori più bassi in Europa. 

Quartultimo posto Ue per spesa in istruzione

Per spesa pubblica in istruzione, il nostro Paese occupa il quartultimo posto nell’Ue con un’incidenza sul Pil del 4,1%, un valore più basso di quello medio europeo (4,9%). E, anche se la percentuale (26,2%) dei 30-34enni che ha conseguito la laurea nel 2016 è in linea con quanto stabilito dall'Europa come obiettivo per il nostro Paese, l’Italia resta lontana dal 40% fissato per la media europea. In Europa continuiamo a ricoprire l'ultima posizione: 25,3% contro il 38,7% della media Ue28. 

 

<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="it" dir="ltr">Abbandona gli studi il 14,7% dei 18-24enni, Italia al 4° posto dopo Spagna, Malta e Romania <a href="https://twitter.com/hashtag/NoiItalia2017?src=hash">#NoiItalia2017</a> <a href="https://twitter.com/hashtag/istat?src=hash">#istat</a> <a href="https://t.co/X484i59vPs">https://t.co/X484i59vPs</a> <a href="https://t.co/aX0iVV5b8d">pic.twitter.com/aX0iVV5b8d</a></p>&mdash; Istat (@istat_it) <a href="https://twitter.com/istat_it/status/852826399089938433">14 aprile 2017</a></blockquote>
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Cinque milioni i cittadini stranieri in Italia 

A inizio 2016, erano poco più di cinque milioni i cittadini stranieri residenti in Italia, vale a dire lo 0,2% in più rispetto al 2015. Nel nostro Paese si registra un'incidenza più alta della media europea, con valori che vengono subito dopo quelli del Regno Unito e della Germania. Nello stesso periodo, erano presenti sul territorio italiano quasi quattro milioni di cittadini non comunitari, cioè stranieri non comunitari in possesso di un documento valido di soggiorno e gli iscritti sul permesso di un famigliare. 

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