La norma prevede una riduzione dell'orario di lavoro tra il 40 e il 60% per chi raggiungerà i 67 anni e 7 mesi e i 20 anni di contributi entro il 2018. Poletti:"Utilizzeremo strumenti diversi"
Solo 200. È questo il numero di domande che sono state accolte dall’Inps per il part time agevolato verso la pensione. La norma, entrata in vigore il 2 giugno 2016, prevede la possibilità di avvicinarsi alla pensione con un orario part time per quei lavoratori che matureranno il requisito anagrafico pensionistico di vecchiaia entro il 31 dicembre 2018. Ma questa soluzione, visti i dati, potrebbe rivelarsi un flop, tant'è che anche il ministro del Lavoro, Giulio Poletti, ha detto che si dovranno usare "altri strumenti".
Come funziona il part time agevolato - La norma prevede che, per usufruire del part time, ci debba essere un accordo tra lavoratore e impresa. I vantaggi, però, sono soprattutto a favore del dipendente. A beneficiarne sono i lavoratori che avranno raggiunto i 67 anni e 7 mesi di età entro il 31 dicembre 2018 e che avranno accumulato almeno 20 anni di contributi. L’orario di lavoro si può ridurre in una misura che va dal 40 al 60%. Ogni mese, in busta paga, per chi sceglie quest’opzione, oltre che alla retribuzione, c’è una somma esentasse corrispondente ai contributi previdenziali a carico del datore di lavoro sulla retribuzione per l’orario in cui non si è lavorato. Alla maturazione dell’età pensionabile, chi ha aderito al part time agevolato riceverà comunque l’intero importo della pensione. Il lavoratore, con questa scelta secondo i calcoli dei Consulenti del lavoro - ha in busta paga circa il 72% della retribuzione, mentre l’azienda ha una riduzione del costo del lavoro del 49%.
Poletti:"Utilizzeremo altri strumenti" - Il ministro del Lavoro, Guliano Poletti, in un intervento alla camera di commercio di Prato, ha spiegato che quando è nata l'idea del part time agevolato "non c'era ancora il progetto per la flessibilità in uscita delle pensioni. Poiché le due platee coinvolte sono sostanzialmente le stesse, è chiaro che la scelta è stata condizionata". Per questo, il ministro ha garantito che "si utilizzeranno altri strumenti".
Boeri, a luglio: "Costi amministrativi superiori alle somme erogate" - Nel primo mese dall’entrata in vigore della norma, le richieste erano state 100, ma il presidente dell’Inps, Tito Boeri, aveva messo in guardia sugli “interventi estemporanei e parziali” con “costi amministrativi superiori alle somme erogate”. Poi, le domande sono calate e quello del part time agevolato è diventato un flop simile a quello del Tfr in busta paga del 2015.