Snapchat verso Wall Street: punta a raccogliere 4 miliardi
EconomiaLa società che sviluppa l'app si prepara all'arrivo in borsa. E mira a una valutazione tra i 25 e i 30 miliardi di dollari. Sarebbe la più grande quotazione di una tech company dai tempi di Twitter
Snapchat (o meglio la società che controlla l'app, Snap Inc.) punta verso la borsa. Non ci sono date ufficiali, ma l'Ipo (offerta pubblica iniziale) dovrebbe arrivare entro marzo 2017. E adesso iniziano a emergere anche alcuni dettagli. Dopo aver assegnato il ruolo di advisor a Morgan Stanley e Goldman Sachs, Snapchat avrebbe individuato un traguardo: 4 miliardi di dollari. È la cifra che il fondatore Evan Spiegel e gli altri azionisti puntano a raccogliere al momento della quotazione. Lo riporta Bloomberg. L'obiettivo fissato porterebbe la valutazione complessiva della startup tra i 25 e i 35 miliardi di dollari, ad appena 4 anni dalla sua fondazione. Sarebbe la maggiore quotazione dai tempi di Twitter, che nel 2013 fu valutato 18 miliardi. Ma si tratta ancora di numeri provvisori: secondo la fonte di Bloomberg, l'obiettivo potrebbe cambiare. Più probabilmente al rialzo, per tentare di raggiungere quota 40 miliardi.
Social in borsa: pro e contro - La vita dei social network a Wall Street, però, è spesso difficile. Facebook, che oggi capitalizza poco meno di 380 miliardi, è stata una delle poche eccezioni. Dal primo giorno di quotazione (maggio 2012), il titolo ha guadagnato il 242%. Eppure, anche Zuckerberg ha dovuto affrontare, nelle prime settimane, forti ribassi: ad agosto di quello stesso anno il titolo aveva dimezzato il proprio valore. La solidità finanziaria e il progresso costante degli utenti hanno consentito di invertire la rotta.
Il caso Twitter - Proprio quello che non è successo a Twitter. Dopo un esordio positivo, con il titolo arrampicatosi fino ai 69 dollari, il gruppo ha iniziato una discesa costante. Oggi un'azione di Twitter si scambia per 17 dollari e la capitalizzazione è di 12 miliardi. Le aspettative create intorno a Snapchat sono alte. Ma la borsa, come dimostrano i destini opposti di Facebook e Twitter, ha pro e contro. Apre a un mercato dei capitali più ampio, che può spingere la crescita. Ma guarda con molta più attenzione ai numeri. Senza un solido business, si crolla.
Dal no a Zuckerberg a Wall Street - Dalla sua parte, Snapchat ha un pubblico in costante crescita. In estate ha superato i 150 milioni di utenti attivi. Due anni fa si fermava sotto quota 60. Crescono, rapidi, anche i ricavi pubblicitari: nel 2015 toccavano i 59 milioni di dollari. Dovrebbe incassarne 366 nel 2016 e chiudere il 2017 a ridosso del miliardo. La forza di Snapchat sta anche nel suo Ceo, Evan Spiegel. In linea con Facebook e Google, ha deciso di differenziare i propri prodotti, affiancando all'app la produzione di hardware, con il lancio degli Spectacles, occhiali con fotocamera integrata. Qualche anno fa, poco più che ventenne, rifiutò 3 miliardi da Mark Zuckerberg. Decisione lungimirante, perché oggi Snapchat vale 10 volte tanto. Il passaggio in borsa farà bene soprattutto alle tasche dei fondatori (Bobby Murphy oltre a Spiegel). I due sono ancora i maggiori azionisti di Snap, con quote vicine al 20%. Tradotto: se la società raggiungesse i 30 miliardi, Spiegel e Murphy ne avrebbero in mano circa 6 a testa.