Instagram, video di 60 secondi e una nuova timeline che fa discutere

Economia

Raffaele Mastrolonardo

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Aumenta la lunghezza dei video condivisi. Il social network deve però affrontare la reazione di molti utenti preoccupati per le modifiche all'ordine in cui sono mostrate le foto

Cambiare non è facile. Soprattutto per una piattaforma che ospita centinaia di milioni di utenti. Lo sta sperimentando in questi giorni Instagram che deve affrontare la reazione di tanti iscritti.

 

Le polemiche sono relative alla modifica dell'ordine, finora cronologico, con cui sono mostrate le nuove foto. Nel prossimo futuro infatti - come comunicato dall'azienda a metà marzo - entreranno in gioco anche altri criteri gestiti da un algoritmo. Di qui la preoccupazione di alcuni utilizzatori dell'app che temono di perdersi contenuti ritenuti importanti.

Instagram si è limitata a precisare che simili modifiche non sono imminenti. E ha annunciato che sarà presto possibile condividere video lunghi fino a 60 secondi.


Più notifiche per tutti - La mobilitazione degli utenti è scattata lunedì scorso probabilmente sulla base dell'erronea convinzione che i cambiamenti sarebbero stati introdotti questa settimana. Molti instagrammer, alcuni molto seguiti, hanno chiesto al social di proprietà di Facebook di rinunciare alla modifica. In tanti hanno cominciato a invitare i propri seguaci ad attivare le “notifiche”, una funzione che permette di essere avvisati ogni volta che un utente seguito pubblica una nuova foto o video.  



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Il 70% della timeline non viene visto - Secondo Instagram in realtà si tratta solo di un'innovazione che consentirà di seguire meglio gli aggiornamenti a cui si tiene di più.

Già oggi – spiega l'azienda – il 70% dei contenuti che scorre sulla nostra timeline non viene visto. Il nuovo meccanismo – che ordina foto e video sulla base della probabilità che uno sia interessato ad essi o della relazione con la persona che li ha condivisi – dovrebbe limitare il rischio di perdere qualcosa ritenuto interessante.  

Molti frequentatori non sono convinti e come già accaduto a Twitter, quando sono state annunciate innovazioni analoghe, temono la "dittatura dell'algoritmo" e che il social finisca così per assomigliare troppo a Facebook, dove già oggi tutto è gestito dai software.

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