Grecia, sì al piano Ue: la lunga notte di Atene

Economia

Marco Congiu

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Il voto del Parlamento greco al pacchetto di riforme chiesto dai creditori internazionali in cambio del terzo salvataggio dalla bancarotta arriva 5 minuti prima delle 2 del mattino. Mentre in piazza Syntagma, tra poche migliaia di manifestanti pacifici, si infiltrano i gruppetti anarchici. Il racconto dell'inviato di Sky TG24

La lunga notte di Atene finisce due ore oltre il dovuto, ma su questo per una volta a Bruxelles non saranno troppo fiscali. In questa che è da anni una storia di scadenze non rispettate, debiti non pagati, promesse non mantenute e referendum disattesi, il voto del Parlamento greco al piano di riforme chiesto dai creditori internazionali in cambio del terzo salvataggio dalla bancarotta arriva 5 minuti prima delle 2 del mattino ora di Atene. Il governo di coalizione tra il partito di sinistra Syriza e quello di destra degli indipendentisti incassa 229 sì, 64 no, 6 astenuti.

 

Un Paese “sotto amministrazione controllata” - Cambia così il sistema fiscale, inasprendo le tasse e allargando la base imponibile per aumentare le entrate, riforma (o comincia a farlo) un sistema pensionistico insostenibile, si impegna a garantire indipendenza e attendibilità ai numeri che consentono alla Grecia di restare a far parte del club europeo. Si mette sotto amministrazione controllata, in un certo senso, della Commissione Ue, della BCE, del FMI che in questi anni hanno coperto con prestiti per centinaia di miliardi gli scassati conti del paese. In cambio, strappa la promessa di un negoziato in discesa per ottenere altri 80 miliardi, gli ultimi, si spera, come si dice a un bambino monello.

A cosa servono gli aiuti - Quei soldi servono a rimborsare prestiti non saldati, pagare le prossime scadenze (come i 3,5 mld dovuto alla Bce il 20 luglio), far riaprire le banche chiuse da due settimane, ma anche a far letteralmente funzionare lo Stato pagando gli stipendi. Le misure non piacciono a nessuno, che siano umilianti e ancora più recessive nel breve periodo lo ha ammesso lo stesso primo ministro Tsipras, ma anche la maggioranza della gente, giovani soprattutto, le considera necessarie perché il Paese volti finalmente pagina.

Scontri in piazza - Il governo resta in sella: dentro Syriza (che ha 149 deputati) ci sono alla fine 32 voti contrari, tra cui quello dell'ex ministro delle finanze Varoufakis. Il popolo del "no" senza se e senza ma, del colpo di Stato finanziario che avrebbe messo un governo eletto dal popolo sotto una nuova Troika, è ridotto ma rumoroso. In piazza Syntagma tra poche migliaia di manifestanti pacifici si infiltrano i gruppetti anarchici, sparano molotov, spaccano e incendiano qualcosa, e la polizia risponde. Dura 20 minuti, fuggi fuggi generale, ma nessuno si fa male. Quando il sì passa, in piazza non c'è più nessuno, e i camion della nettezza urbana hanno già ripulito. L'uscita dall'Euro è scongiurata, la notte finisce, il giorno può cominciare. Scatta un altro conto alla rovescia. Una settimana di tempo per fare anche la riforma della giustizia civile. Poi tocca di nuovo all'Europa.

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