Grecia, ok al prestito ponte da 7 mld. Tsipras pensa al rimpasto

Economia

Dopo il via libera del Parlamento greco, l’Ue dice sì al prestito ponte e al terzo salvataggio. Resta il nodo sul debito. La Bce aumenta l’Ela: le banche riapriranno lunedì. Cambiamenti in vista nel governo. La Farnesina conferma: un italiano tra i fermati ad Atene

Prosegue il piano per salvare la Grecia. Dopo il voto “puntuale e soddisfacente” del Parlamento greco sulle prime misure per ottenere gli aiuti, l'Ue dà il via libera al prestito ponte, superando le resistenze della Gran Bretagna, e l'Eurogruppo dà l'ok “di principio” al terzo salvataggio. Anche il sostegno del Bundestag, chiamato a pronunciarsi venerdì, sembra scontato. E pure la Bce fa la sua parte: torna ad aprire il rubinetto della liquidità d'emergenza Ela alle banche. Gli istituti di credito, che hanno ottenuto più o meno quanto chiedeva la Banca centrale greca (900 milioni di euro), dovrebbero riaprire lunedì.

Rimane il nodo sul debito greco - Tutti i tasselli sembrano andare al loro posto, tanto che sulla scia dell'ottimismo le Borse europee chiudono positive. Ma ne manca ancora uno: quello relativo al debito ellenico. Al terzo pacchetto di aiuti ad Atene dovrà partecipare anche il Fmi, che torna a ribadire la sua condizione: l'aiuto dipende dalla ristrutturazione del debito, che può avere varie forme, ha spiegato un funzionario del Fondo monetario. Un assist è arrivato anche dal presidente della Bce Mario Draghi: “È fuori questione che un alleggerimento del debito per la Grecia sia necessario", ha detto. Aggiungendo che sul come farlo, nell'ambito delle regole europee, "ci concentreremo nelle prossime settimane". La Germania, però, è ancora sorda alla questione. Tanto che il ministro delle finanze Wolfgang Schaeuble, sostenuto a sorpresa dal candidato cancelliere della Spd Peer Steinbrueck, continua a sostenere che una Grexit temporanea "sarebbe per la Grecia la via migliore".

Sì al prestito ponte - I negoziati tra istituzioni (cioè la Troika) e Atene sul calendario delle riforme e degli esborsi partiranno nei prossimi giorni, non appena saranno terminate le approvazioni dei cinque Parlamenti (la Finlandia ha già dato il suo ok) e sarà completata la procedura scritta che sigilla l'accordo sull'avvio del negoziato sul terzo programma di salvataggio. Intanto una certezza c'è già: il prestito ponte da 7 miliardi di euro è cosa fatta, quindi Atene riuscirà a rimborsare sia gli arretrati del Fmi sia la scadenza di 4,2 miliardi alla Bce lunedì. Ora resta da verificare la composizione del terzo pacchetto, che deve arrivare ad una dotazione di 82-86 miliardi.

Tsipras verso il rimpasto di governo - In Grecia, intanto, si discute ancora del sì del Parlamento greco alle misure imposte da Bruxelles. Un sì accompagnato dagli scontri in piazza Syntagma, che hanno portato a una cinquantina di arresti (tra cui un italiano, conferma la Farnesina). Un sì che potrebbe avere anche conseguenze politiche interne. Syriza, il partito del premier, si è spaccata: 40 i deputati che hanno detto no. Tra questi, l'ex ministro delle finanze Varoufakis. Tsipras, considerando anche le dimissioni della viceministra delle Finanze, è al lavoro su un rimpasto di governo. E qualcuno parla di elezioni anticipate in autunno.

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