La scure di Standard&Poor's su Atene, Tsipras cerca intesa

Economia
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L'agenzia di rating declassa la Grecia a CCC da CCC+ e avverte che senza un accordo farà default nel giro di 12 mesi. Nuovo mini-summit tra Merkel, Hollande e il premier greco, che dice: "Incontro costruttivo, intensificare sforzi per trovare soluzione "

Non solo i creditori ma anche Standard&Poors mette pressione sulla Grecia, declassandola a CCC da CCC+, con outlook negativo, e avvertendola che senza un accordo farà default nel giro di 12 mesi. Ma anche con un accordo sarà salva solo per qualche mese, perché l'intesa "non coprirà gli obblighi sul debito al di là di settembre". Intanto il nuovo mini-summit tra Merkel, Tsipras e Hollande non fa progressi di sostanza ma ribadisce la necessità di accelerare.
"E' stato un incontro molto costruttivo, abbiamo deciso di intensificare il lavoro per colmare le differenze, la leadership politica europea comprende che serve una soluzione adeguata anche per ottenere crescita e coesione sociale": ha detto il premier Alexis Tsipras al termine del mini-summit.



Toccherà a Juncker provare a convincere il greco che "l'ora della ricreazione per la Grecia è finita", come ha detto il premier belga Charles Michel sintetizzando l'umore dei creditori.

Juncker: da Atene ancora proposte inaccettabili - Dopo settimane di negoziati febbrili, ai massimi livelli, Atene ha presentato ancora una volta proposte inaccettabili per l'Ue, perché lontane da quello che lo stesso Tsipras aveva promesso negli incontri con Juncker. Juncker è stanco, dicono i suoi, ma la porta del negoziato resta sempre aperta. Anche perché qualcosa sembra muoversi: Atene sarebbe disposta a cedere sull'avanzo primario, purché in cambio i creditori aprano ad una soluzione sul debito. Ma la Merkel non retrocede dalla proposta delle istituzioni, smentendo voci di un suo 'ammorbidimento' circolate nel pomeriggio di ieri, sulle quali le Borse hanno rimbalzato e chiuso ampiamente in positivo.

Merkel: "Obiettivo tenere Atene in zona euro" - Intanto anche la Bce segnala di non voler mollare la Grecia e procede ad un maxi-rialzo di 2,3 miliardi di euro della liquidità d'emergenza (Ela) alle banche, dopo settimane di rialzi sempre nell'ordine delle centinaia di migliaia di euro. I creditori internazionali vogliono mettere Atene sotto pressione, ma non intendono abbandonarla ad un destino che certamente avrebbe delle ricadute pesanti per l'Eurozona. Per gli europei, l'ipotesi di un default resta esclusa: "L'obiettivo è tenere la Grecia nella zona euro. Se c'è volontà, la strada si trova, ma il tempo conta", ha detto la cancelliera Merkel. Ma "la palla è chiaramente nel campo della Grecia", spiega il portavoce di Juncker. E' da Atene che ci si aspetta un segnale, dopo che le nuove proposte arrivate sono state giudicate 'un passo indietro'.

Le aperture di Atene - La Grecia prova a trattare ed apre sull'obiettivo dell'avanzo primario. E' disposta forse ad arrivare allo 0,85% (i creditori chiedono l'1%) per il 2015, purché in cambio riceva qualcosa. Fondamentale per Atene è che i creditori trovino una soluzione sul debito, per alleggerire gli oneri dello Stato altrimenti bloccato da vincoli di finanziamento insostenibili. E tiene sul tavolo la proposta di usare il fondo salva-Stati Esm per ricomprare il debito Bce che Atene deve ripagare tra luglio e agosto (oltre 3 miliardi). Ma per i creditori ogni discorso sul debito è ancora fuori discussione: "Un taglio del debito non è un tema", ha ribadito il portavoce del ministro tedesco Wolfgang Schaeuble. Atene ha messo anche un'altra proposta sul tavolo: estendere il programma di aiuti fino a marzo 2016, ma i creditori continuano a lavorare ad una conclusione del piano il 30 giugno, sbloccando i circa 7 miliardi di aiuti rimasti solo se il Parlamento ellenico approvera' le 'azioni prioritarie', cioè le misure necessarie per completare la quinta revisione del piano, ancora in sospeso.

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