I dati del Rapporto annuale, che evidenzia comunque segnali di ripresa. Nel 2014 sale il numero degli occupati over 55. Irregolare uno su dieci. In 2,4 mln di famiglie lavora solo la donna. E sui migranti: una risorsa, impiegati dove l'italiano non vuole
I messaggi chiave del Rapporto annuale #istat #RA2015 http://t.co/uIJLM18hrV pic.twitter.com/1Hf9hpmEmS
— Istat (@istat_it) 20 Maggio 2015
Irregolare più di un occupato su dieci – Nel rapporto annuale l’Istat (qui il capitolo sul mercato del lavoro) rileva che risulta irregolare più di un occupato su dieci. Il tasso, frutto di una nuova metodologia, si aggira intorno al 12,6% per il 2012. Guardando alla media relativa al triennio 2010-2012, l'Istituto stima 2,3 milioni di irregolari. In 2,4 milioni di famiglie lavora solo la donna - La quota di famiglie in cui la donna è l'unica ad essere occupata "continua ad aumentare". Nel 2014 la percentuale ha raggiunto il 12,9%, pari a 2 milioni 428 mila nuclei. Ci si fermava al 12,5% nel 2013 (2 milioni 358 mila). Nel 2008 erano invece solo il 9,6% (1 milione 731 mila
Quasi 7 milioni di senza lavoro - "Nel 2014 aumentano le persone interessate a lavorare, pur con un diverso grado di disponibilità e di intensità nella ricerca del lavoro. I disoccupati sono 3,2 milioni (+5,5% rispetto al 2013) e le forze di lavoro potenziali sfiorano i tre milioni e mezzo (+8,9%)". Nel complesso quindi lo scorso anno si registravano quasi sette milioni di persone senza lavoro. Al contempo, il tasso di occupazione si ferma al 55,7%, "valore molto lontano dalla media del continente", tanto che raggiungere un tasso "pari a quello medio degli altri paesi dell'Ue significherebbe per il nostro Paese un incremento di circa tre milioni e mezzo di occupati".
4 milioni di lavoratori part time, involontario per 6 su 10 - "L'unica forma di lavoro che continua a crescere quasi ininterrottamente dall'inizio della crisi è il part time" che raggiunge 4 milioni di lavoratori nel 2014 (il 18% del totale e 784 mila in più che nel 2008). Nel 63,3% dei casi è part time involontario, un livello molto superiore alla media Ue (24,4%).
“Fuga dei cervelli” raddoppiata negli ultimi anni - La 'fuga dei cervelli', l'Istat usa la formula 'mobilita' intellettuale', rappresenta un fenomeno in crescita. "Tre mila dottori di ricerca del 2008 e 2010 (il 12,9%) vivono abitualmente all'estero" spiega l'Istat nel rapporto annuale, sottolineando: "La mobilità verso l'estero è superiore di quasi sei punti a quella della precedente indagine (7% dei dottori di ricerca delle coorti 2004 e 2006)". Guardando alle specializzazioni, la spinta ad andare fuori confine risulta più forte per fisici, matematici e informatici.
Migrante risorsa, lavora dove italiano non vuole – L’Istat rileva inoltre che in Italia sono residenti 4,8 milioni di stranieri che "rappresentano sicuramente una risorsa per un Paese come il nostro, caratterizzato da invecchiamento e bassa fecondità". I migranti sono "disposti a svolgere lavori per i quali l'offerta dei cittadini italiani è scarsa".