Facebook, le news sempre più nel mirino

Economia

Raffaele Mastrolonardo

Credit: Facebook
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Il lancio di Instant Articles in partnership con alcuni grandi editori, la sperimentazione di un nuovo motore di ricerca interno e uno studio sulla fruizione delle notizie mostrano che il social network guarda con sempre maggiore interesse al giornalismo

Gite, feste, nascite e altri piccoli e grandi eventi della vita. Un miliardo e 400 milioni di persone frequenta Facebook soprattutto per condividere questi momenti. Non solo. Il social network è infatti sempre più anche un luogo dove cercare e scambiarsi notizie.
L'azienda di Mark Zuckerberg da tempo lavora per rendere la fruizione di contenuti giornalistici sulla piattaforma più facile. L'ultima conferma è arrivata il 13 maggio con il lancio di Instant Articles, una soluzione che consentirà agli editori di far accedere più velocemente i lettori agli articoli condivisi su Facebook.
La soluzione, che sarà inizialmente disponibile solo sulla versione dell'app del social network per iPhone, sarà sperimentata da una serie di testate, tra queste il New York Times,  il National Geographic e il Guardian.

Introducing Instant Articles, a new tool for publishers to create fast, interactive articles on Facebook.

Posted by Facebook Media on Martedì 12 maggio 2015


Come funziona
– Ma cosa cambierà per l'utente? Non molto, almeno a prima vista. Alcuni contenuti condivisi su Facebook dalle testate coinvolte nella partnership saranno semplicemente disponibili più velocemente. Ora come ora, quando da mobile si clicca sul link a una notizia il collegamento non si apre direttamente nell'applicazione ma su un browser esterno. Questo processo, dice Facebook, fa sì che ci vogliano in media 8 secondi per arrivare all'articolo completo. Grazie a Instant Articles, invece, l'accesso sarà pressoché immediato. Inoltre, spiega sempre la società, la fruizione potrà essere più approfondita dal momento che è prevista la possibilità di esplorare più facilmente, attraverso lo zoom per esempio, foto e video. In poche parole, i contenuti diventano in qualche modo più adatti ad essere consumati su Facebook.

Velocità di caricamento a confronto


A chi va la pubblicità? - Per ottenere questi vantaggi gli editori dovranno però compiere un passo rischioso, ovvero caricare i propri contenuti direttamente sui server del social network. Per convincerli Facebook ha usato la leva economica. Le testate infatti avranno la possibilità di scegliere tra due opzioni per quanto riguarda la pubblicità relativa ai materiali pubblicati nell'ambito di Instant Articles. Potranno affidarsi alle inserzioni gestite da Facebook, ottenendo il 70 % degli introiti, o caricare direttamente la propria pubblicità trattenendo in questo caso il 100 % delle entrate generate.

Reazioni - L'accordo, che rende più stretto il rapporto tra i media e il social network, ha suscitato reazioni contrastanti. Secondo Dan Gillmor, uno dei pionieri dell'informazione digitale, porterà benefici ad alcune organizzazioni sul breve periodo ma rischia di danneggiare il giornalismo in generale. Secondo altri, come Timothy B. Lee del magazine online The Vox, gli editori mantengono comunque “un buon potere contrattuale”: se Facebook cambiasse le condizioni dell'accordo, “potrebbero sempre andarsene”.
Tuttavia, come qualcuno ha fatto notare, il vero rischio di operazioni come queste è cedere ad altri una parte delle proprie competenze, in questo caso quelle relative alla costruzione di piattaforme digitali che sappiano servire al meglio sia le esigenze dei lettori che quelle degli inserzionisti.


Un motore di ricerca? – L'interesse di Facebook per i contenuti giornalistici non si limita comunque a Instant Articles. In questa direzione sembra muoversi anche il progetto, rivelato dal magazine TechCrunch, di un motore di ricerca interno all'applicazione mobile e dedicato alla scoperta di link che possono essere interessanti per l'utente.
La funzionalità, chiamata “Add a link” e per ora disponibile solo ad un ristretto numero di utenti, dovrebbe aumentare il numero di collegamenti a notizie condivise sulla piattaforma e renderla dunque ancora più ricca di contenuti giornalistici dando a Facebook ulteriori informazioni sulle preferenze dei frequentatori del sito.
A questo proposito la scorsa settimana il social network ha pubblicato uno studio sul consumo di news sulla piattaforma. L'obiettivo della ricerca era mostrare se e quanto l'algoritmo di Facebook contribuisce a rafforzare le idee politiche degli utenti limitando l'esposizione a posizioni differenti dalle loro. Al di là delle conclusioni dello studio – che è stato assai criticato sia per il metodo che per la presentazione dei risultati – il lavoro è stato letto come un'indicazione pratica delle intenzioni del social network. Le tecniche utilizzate nell'analisi infatti hanno comportato una classificazione automatica sia delle posizioni politiche espresse nei contenuti che quelle degli utenti. Si tratta di un tipo di informazione che potrebbe essere molto utile sia al social network che a quelle testate che, sempre più, volessero pubblicare i propri articoli sul sito di Zuckerberg.

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