Caso pensioni, Zanetti: "Impensabile restituirle a tutti"

Economia
Il sottosegretario all'Economia Zanetti

Dopo la bocciatura della Consulta del blocco delle rivalutazioni, il sottosegretario ipotizza un rimborso solo ai redditi più bassi. Ma il governo lo stoppa: fanno fede soltanto le parole di Padoan. Fonti della Corte: sentenza vale per tutti, no ricorso

Il mancato aumento delle pensioni deciso nel 2011 dal governo Monti e dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale lo scorso 30 aprile potrebbe non venire restituito a tutti. Parlando a titolo personale il sottosegretario dell'Economia e leader di Scelta Civica Enrico Zanetti ha infatti spiegato che è "impensabile" l'ipotesi di restituire erga omnes l'indicizzazione delle pensioni. "Per quelle più alte sarebbe immorale - aggiunge Zanetti - e il governo deve dirlo forte. Occorre farlo per le fasce più basse".
E a Sky TG24 chiosa ancora: "La mia posizione è la posizione di uno dei tre partiti che sostiene la maggioranza,  non c’è antitesi con quanto detto da Padoan, c’è una differente lettura".



Padoan: "Lavoriamo a soluzione" - Parole che sembrano aprire un caso all'interno dell'esecutivo, anche se nel pomeriggio fonti governative hanno fatto filtrare che "non rimborsare tutti è compatibile con la sentenza della Consulta". Insomma, un'ipotesi che potrebbe stare in piedi. In ogni caso, il tema non verrà affrontato nella riunione del Cdm di domani. E Palazzo Chigi tiene a precisare che sulla questione fanno fede le parole pronunciate dal ministro Padoan, che in giornata ha ribadito che il governo sta lavorando per trovare una soluzione alla questione aperta dalla sentenza della Corte Costituzionale sulla indicizzazione delle pensioni nel 2012-2013, cercando di "minimizzare i costi".

Fonti Consulta: sentenza vale per tutti -
E intanto fonti della Corte Costituzionale, riprese da varie agenzie di stampa, fanno sapere che le sentenze della Corte costituzionale sono immediatamente applicative: l'articolo 30 della legge 87/1953, che regola il funzionamento della Corte, sancisce che "le norme dichiarate incostituzionali non possono avere applicazione dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione". Non serve, dunque, presentare un ricorso per ottenere il rimborso pensionistico.

Bruxelles aspetta decisione Italia - Un peso sui conti pubblici italiani a cui guarda con preoccupazione anche Bruxelles, in attesa di capire quali soluzioni adotterà il governo italiano. Fonti dell'Unione Europea fanno infatti sapere che si aspetta la decisione del Governo su come attuare la sentenza della Consulta e ne valuterà l'impatto sui conti, ma "questo non deve compromettere l'impegno italiano a rispettare le regole del Patto di Stabilità". La Commissione è in continuo contatto con le autorità italiane su tutti i temi legati agli sviluppi della finanza pubblica, si ricorda a Bruxelles.

I numeri secondo Uil e Cgia - Dopo la decisione della Consulta il 'buco' sulle pensioni costerà all'Italia oltre 16,6 miliardi di euro. Lo sostiene la Cgia di Mestre sull'importo complessivo che l'Inps rischia di restituire ai 5 milioni di pensionati che hanno subito il mancato adeguamento Istat. Con l'applicazione della sentenza della Corte Costituzionale, ipotizza invece la Uil, una pensione che nel 2011 era di 1500 euro lordi, appena superiore alle 3 volte il minimo, avrà una rivalutazione di circa 85 euro al mese e 2.540 euro circa come rimborso per i due anni di blocco 2012 e 2013 e per gli effetti che questi hanno avuto sul 2014. La Uil prova così a quantificare il 'danno' economico subito dai pensionati con assegni superiori a tre volte il minimo per effetto del blocco delle rivalutazioni deciso dalla legge Fornero.

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